Tentò di uccidere la sua ex, Pellegrino Crisci è stato condannato a 17 anni

La difesa rappresentata dall'avvocato Aufiero è pronta ad impugnare la sentenza di primo grado

tento di uccidere la sua ex pellegrino crisci e stato condannato a 17 anni
Baiano.  

di Paola Iandolo 

Dovrà scontare 17 anni di reclusione Pellegrino Crisci, il 41enne del Mandamento che lo scorso giugno in un'ora di follia ferì la sua ex Michela Principe, un passante colpendolo alle gambe e sparando contro due carabinieri intervenuti per bloccarlo. Ad emettere la sentenza - di primo grado -  il gup del tribunale di Avellino, Giulio Argenio dopo che il pm Luigi Iglio aveva chiesto 18 anni di reclusione per il 41enne accusato di tentato triplice omicidio. La difesa del 41enne ristretto nel carcere di Agrigento - che ha optato per il rito abbreviato - ha chiesto la riqualificazione del reato contestato al suo assistito. Intanto preannuncia di impugnare la sentenza di primo grado, dopo aver letto le motivazioni. 

L'accaduto

Pellegrino Crisci, nel giugno scorso dopo aver seguito la sua ex compagna Michela Principe, 49enne di Sirignano, l'ha ferita con colpi d’arma da fuoco. La donna voleva presentare un’altra denuncia nei confronti del suo ex, ma venne bloccata dai colpi d’arma da fuoco esplosi contro di lei dal 41enne. Colpi che la raggiunsero ad un braccio. La donna si è costituita parte civile nel processo ed è rappresentata dall'avvocato Nicola D'Archi del foro di Avellino. 

Il profilo

Pellegrino Crisci era già sottoposto agli arresti domiciliari per maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna Michela Principe. L’ imprenditore del settore automobilistico, 41enne di Sirignano era sottoposto alla misura perché il 6 dicembre del 2021 aveva aggredito la sua ex compagna, con un coltello, dopo averle rotto il naso. Crisci era anche finito nel carcere di Poggioreale nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli, unitamente a Bernando Cava detto Aldo. Entrambi erano accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore del Mandamento. Misura poi annullata dal tribunale del riesame.  Cava e Crisci erano accusati di aver imposto una estorsione ad un imprenditore del Baianese che aveva ricevuto un attentato doloso ai danni di un suo mezzo nell’ottobre del 2020.