Sesto suicidio in 8 giorni in carcere, la dura denuncia di Di Giacomo

Il governo e l’Amministrazione Penitenziaria non sono in grado di contrastare questo stillicidio

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Ariano Irpino.  

Sesto suicidio in 8 giorni. È accaduto ad Ariano Irpino. La vittima è un detenuto italiano di 34 anni. “Forse qualcuno pensa che non intervenendo si svuoteranno le carceri”: è il commento di Aldo di Giacomo segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria S.PP. “Con questa vittima – aggiunge - siamo a 6 in otto giorni: la Campania è la regione che paga il pegno maggiore nella conta dei detenuti suicidati. Il governo e l’Amministrazione Penitenziaria non sono in grado di contrastare questo stillicidio di vite umane, nessun provvedimento concreto è stato messo in campo per evitare l’amplificarsi del fenomeno che oramai ha assunto livelli record con 42 suicidi dall’ inizio dell’anno. Il cambio di rotta tanto auspicato non vi è stato con questo governo con il quale si è visto aumentare l’indifferenza ai problemi carceri.

L’unica novità delle ultime ore – dice Di Giacomo – è l’annuncio del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari di un decreto legge del quale per ora si sa che il testo prevede anche una norma che disciplina il procedimento attraverso il quale vengono riconosciuti i benefici, peraltro già previsti dalla legge, per i detenuti che aderiscono al trattamento e dimostrano buona condotta.

Non sarebbero introdotti sconti di pena. L'obiettivo è alleggerire i tribunali di sorveglianza, gravati dalla necessità di evadere 200mila richieste all'anno e, contemporaneamente, garantire ai detenuti i diritti già previsti dalla normativa vigente. Poca cosa – commenta il segretario S.PP. – rispetto ad una situazione completamente sfuggita di mano perché il “deus ex machina” del sistema penitenziario, il sottosegretario Del Mastro, non solo ha esautorato il DAP da ogni funzione e compito ma dimostra di non avere alcuna conoscenza dei problemi dell’emergenza carcere.

Vale per tutti il Protocollo operativo con il quale si procede all’acquisto di guanti, abbigliamento e strumenti per il personale secondo la logica di attrezzare gli agenti a fare la “guerra” ai detenuti. Purtroppo – dice Di Giacomo – continuiamo ad ascoltare solo impegni politici e in riferimento ai suicidi dichiarazioni di parlamentari ed esponenti di Governo senza passare dalle parole di commozione (in qualche caso anche sincera) o generiche e di circostanza, quasi sempre le stesse, ai fatti. Sino al punto di produrre una sorta di assuefazione e ridurre il suicidio in cella a pochi righi in pagina di cronaca locale perché non fa più notizia”.