di Paola Iandolo
Piazza di spaccio: D.A.A. di Montoro è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione al termine del rito abbreviato per detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. Al quarantaquatrenne, difeso dall'avvocato Alberico Villani, è stata riconosciuta la lieve entità, così come richiesto dalla difesa. Il gup Argenio ha inoltre condannato D.A.A. all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
La richiesta
Otto anni e sei mesi, la condanna invocata dal pubblico ministero Cecilia De Angelis al termine della requisitoria davanti al Gup Giulio Argenio nei confronti di D.A.A quarantaquatrenne accusato di varie cessioni di stupefacenti. La difesa ha depositato una sentenza della Cassazione sulla possibilità di riconoscere lo spaccio di lieve entità (il V comma della legge sugli stupefacenti) e dunque ha chiesto una rivalutazione della vicenda.
La ricostruzione
I militari del Norm di Solofra da tempo stavano attenzionando il quarantaquatrenne per la attività di spaccio di sostanze stupefacenti. In un servizio di osservazione emerse che un giovane, noto quale abituale consumatore di sostanze stupefacenti, dopo aver parlato a telefono, si recò nell'abitazione del 40enne. I Carabinieri decisero di intervenire. Prima bloccando il noto consumatore a qualche centinaio di metri dall’abitazione che fu trovato in possesso di 0,32 grammi di stupefacente, poi risultato crack. Successivamente decisero di eseguire una perquisizione nella sua abitazione. Qui i militari dell’ Arma trovarono tutto quanto utile per l’attività di spaccio: due bilancini di precisione, carta cellophane, una somma di mille e quaranta euro divisa in banconote di piccolo taglio dai cinque ai venti euro. Al termine delle operazioni il quarantaquatrenne venne sottoposto agli arresti domiciliari.