di Paola Iandolo
Il pubblico ministero della Dda, Anna Frasca ha chiesto la trascrizione di alcuni video e audio consegnati dall'ex socio del sindaco Giordano e acquisiti dai militari dell'Arma. Dunque nel processo relativo alla presunta turbativa d'asta della struttura dell'ex ristorante O'Pagliarone sono confluite alcune delle vicende avvenute all'interno del ristorante. Inoltre, davanti al collegio presieduto dal giudice Sonia Matarazzo, a latere Fabrizio Ciccone e Michela Eligiato, è stato conferito anche l'incarico al perito che si occuperà della trascrizione delle intercettazioni telefoniche richieste sia dalla Dda di Napoli che dalla difesa del sindaco Giordano, che già nella precedente udienza aveva formalizzato la richiesta di acquisire agli atti alcune intercettazioni per tentare di dimostrare la scarsa attendibilità dei denuncianti. Le operazioni peritali partiranno il prossimo 28 marzo.
Il processo
A processo sono finiti l’attuale sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano, Renato Freda prestanome dei Galdieri, Nicola Galdieri e Armando Aprile (ex socio dell’imputata Livia Forte nel filone Aste Ok). Ai quattro la direzione distrettuale antimafia di Napoli - a vario titolo – gli vengono contestati i reati di turbativa d’asta, estorsione aggravata e agevolazione dell’associazione a delinquere. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero, Claudio Davino, Alberico Villani, Roberto Saccomanno, Patrizio Dello Russo, Ferdinando Letizia, Rocco Antonio Briganti e Gerardo Di Martino
Le accuse in capo al sindaco Giordano
Il primo cittadino di Monteforte Irpino Costantino Giordano è accusato di aver concorso insieme al presunto boss del Nuovo Clan Partenio, Nicola Galdieri all’imposizione di una quota di 120 mila euro per consentire che l’asta fosse aggiudicata dalla Monteforte Srls.
Sull’aggiudicazione dell’ex ristorante “O’ Pagliarone”
Il primo cittadino ascoltato in aula negò ogni addebito precisando: “Sono andato tre o quattro volte presso il ristorante di Forte Livia ma, ogni volta, sempre in veste di cliente. Il nostro rapporto era solo di conoscenza formale. Avevo maggiore confidenza con suo marito, Ciro Ciccone, perché lo conoscevo da più tempo”. Il sindaco ha affermato di aver “investito circa 500mila euro nella ristrutturazione del locale e di esser venuto a conoscenza che lo stesso era finito all’asta e dunque decisero di partecipare perché erano stati investiti tanti soldi”. “Inoltre seppi dal mio ex socio, Gennaro Pascale, che Livia Forte era interessata al locale. I due si conoscevano perché lui era fornitore del locale IT’s Ok”. Successivamente mi informò che la signora Forte “si stava convincendo a non partecipare all’asta ma, per questo, voleva “un regalo”. Il sindaco ha riferito sul punto di aver risposto: “io non faccio regali a nessuno”. Ed ancora “mi disse che voleva incontrarmi e andai da solo. Livia Forte mi riferì che avrebbe rinunciato all’asta, ma dovevo mettermi a disposizione qualora avesse avuto bisogno di qualcosa a Monteforte. Io risposi che l’avrei fatto sempre e solo per cose lecite”.
Le indagini
Le ulteriori indagini furono eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, agli ordini del capitano Pietro Laghezza. Tutto prese il via dalle dichiarazioni rese nel dicembre del 2020 al pm Antimafia Henry Jhon Woodcock dall’imputata Livia Forte, che aveva rappresentato come nel luglio del 2017, precisamente il 19 luglio, si erano recati presso il ristorante Its Ok, Nicola Galdieri e Costantino Giordano e che gli era stato imposto di non rilanciare l’offerta perché il locale andava aggiudicato a Giordano. Circostanze che il sindaco Giordano ha smentito in aula nel corso dell’esame in veste di teste assistito da legale.