E’ stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Benedetto De Maio, del liquidatore E.S. nel concordato dell’impresa Augusto Picariello. Il Sostituto Procuratore generale aveva concluso chiedendo l’annullamento senza rinvio per prescrizione, circostanza che era stata evidenziata anche dal penalista Benedetto Vittorio De Maio, che difende il professionista finito sotto inchiesta. La richiesta di sequestro nei confronti del liquidatore era stata firmata dal pm Antonella Salvatore. Richiesta rigettata dal Gip del Tribunale di Avellino, che già aveva introdotto il tema della prescrizione non riconoscendo il commissario liquidatore come un pubblico ufficiale e derubricando la vicenda ad una appropriazione indebita. Decisione impugnata dalla Procura in Cassazione. I giudici della Suprema Corte avevano rinviato nuovamente al Riesame (quello impugnato in questa fase cautelare) che poi ha deciso per il sequestro e ora confermato dalla Cassazione.
Il rinvio a giudizio
Il liquidatore E.S. l’11 gennaio 2024 è stato rinviato a giudizio. Il processo per il noto avvocato avellinese inizierà il prossimo 12 giugno 2024 con le accuse di peculato e appropriazione indebita. A costituirsi parte civile contro E.S, rappresentato dall’avvocato Benedetto De Maio, la curatela rappresentata dall’avvocato Enrico Matarazzo.
La ricostruzione
Il 3 novembre scorso per la procedura concorsuale “Augusto Picariello”, era stata chiesta l’applicazione del sequestro preventivo di 1milione e 300mila euro nei confronti di un noto avvocato avellinese E.S, nominato nel 1989, insieme ad altri due professionisti non indagati, componente del comitato liquidatori. La ditta edile in questione chiudeva con un attivo di un milione e trecentomila, ma il noto professionista, non dichiarava mai chiuso il concordato preventivo, stando a quanto sostenuto dagli inquirenti. Chiusura della procedura di concordato che alla luce delle voci in attivo, avrebbe riabilitato di fatto la ditta di Augusto Picariello. Nel 2021, dopo vari solleciti anche da parte del titolare dell’azienda, il giudice civile Gaetano Guglielmo, del tribunale di Avellino provvide a convocare il noto professionista per comprendere le ragioni del suo comportamento sul concordato Picariello. Incontro che andò deserto e dunque il giudice Guglielmo lo rimosse dal suo incarico inviando gli atti in procura, poiché ravvisò ipotesi di reato nella sua condotta. L’accusa formulata nei confronti del noto legale è di peculato e appropriazione indebita. Il pubblico ministero Antonella Salvatore aveva chiesto l’applicazione di un sequestro preventivo per equivalente.