di Paola Iandolo
“Il sindaco di Monteforte Irpino si ritiene innocente ed è totalmente estraneo alle condotte contestate dalla Dda nei confronti di Costantino Giordano e precisiamo si fondano su dichiarazioni rese da imputati in un altro procedimenti che ad un certo punto si svegliano e fanno delle dichiarazioni perché ritengono di poter convincere gli inquirenti della bontà propria condotta”.
L'inchiesta
L’indomani del rinvio a giudizio per il sindaco di Monteforte Irpino – che dovrà affrontare il processo insieme a Nicola Galdieri, Renato Freda e Armando Aprile, imputati nel processo Aste Ok, accusati a vario titolo, di estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d’asta - parla uno dei suoi legali, l’avvocato Gerardo Di Martino. Il sindaco è difeso anche dall’avvocato Antonio Brigante. Al centro dell’inchiesta che vede indagato il primo cittadino di Monteforte Irpino, l’aggiudicazione all’incanto dell’ex ristorante “O Pagliarone”. Ricordiamo anche che sul comune di Monteforte Irpino vi è una commissione di accesso e che a fine mese dovrà stabilire se avanzare richiesta di scioglimento o di archiviazione. L’avvocato Di Martino coglie l’occasione anche per precisare che tra le due vicende non vi è alcun collegamento.
Commissione di accesso
“Le norme sono strutturate in modo tale da tenere distinti le due vicende – il legale va avanti – guardando alle imputazioni che eleva la distrettuale di Napoli si può verificare che in quelle condotte, che sono il sunto dell’intera indagine fatta, non vi sono elementi da ritenere sovrapposizioni con l’inquinamento che invece deve esserci per lo scioglimento del consiglio comunale”. Per quanto riguarda la commissione di accesso il precisa: “il sindaco non ha nessuna preoccupazione, l’amministrazione guidata da Giordano è stata sempre serena sul punto e rispetto alle indagini che sono state compiute perché ribadisco gli elementi di prova raccolti hanno indotto a contestare al pubblico ministero fatti che non hanno alcuna attinenza con la macchina amministrativa, con l’azione di Governo espletata sul territorio e soprattutto con i presupposti stabiliti dalle norme per lo scioglimento”.
Peraltro chiarisce il legale “le norme che riguardano lo scioglimento sono oggetto di rivalutazione da parte di questo Governo e dalla maggioranza di Governo, sono norme tanto ampie che danno la possibilità discrezionale da impedire addirittura al giudice amministrativo di aver un aggancio per sindacare quella discrezionalità esercitata in sede amministrativa, discrezionalità che dunque si avvicina all’arbitrio”.