Chiuse le indagini sull’inchiesta stralcio sul clan Sangermano. Ventuno avvisi di conclusione delle indagini preliminare firmati dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Antonio D’Alessio, sono stati notificati ai presunti sodali dell’associazione guidata dai fratelli Agostino e Nicola Sangermano sgominata dal blitz effettuato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli nel novembre del 2022.
Le accuse
Trentaquattro capi di imputazione contestati a vario titolo agli indagati, ai quali si sono aggiunti sette nuovi indagati rispetto al blitz che aveva smantellato il clan operativo tra nolano e provincia di Avellino. Nei confronti di undici persone viene contestata anche la più grave di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra questi c’è il gruppo che avrebbe imposto – ad avviso della Dda di Napoli - anche la fornitura di mozzarelle per ristoranti e supermercati nella zona a cavallo tra nolano e Irpinia, in particolare due noti ristoranti di Monteforte Irpino. Contestati anche il concorso esterno in associazione mafiosa. Nei confronti degli altri indagati viene contestato il trasferimento fraudolento di valori per la partecipazione alle quote societarie di un caseificio di fatto secondo gli inquirenti nelle mani dei Sangermano, più imputazioni di estorsione aggravata, detenzione di armi, favoreggiamento tutti aggravati dal metodo mafioso, per aver favorito proprio il clan Sangermano.
L’imposizione delle mozzarelle
Estorsione e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso quella contestata nei confronti di V. A, S.D.R., A.G. e R.S., per la fornitura della mozzarella imposta ad alcune attività commerciali. Per quanto riguarda la provincia di Avellino in particolare, si tratta di due vicende: il ristorante “O Pagliarone” per l’acquisto di due o tre chili di mozzarella. L’altra riguarda il ristorante Quagliarella, che aveva acquistato una fornitura di 30 chili di mozzarella poi cestinata per la scarsa qualità del prodotto. Anche in questo caso si trattava della mozzarella fornita da S. S. al quale viene contestato un ingiusto profitto condizionato dalla circostanza che fosse noto il suo legame al clan Sangermano.
La difesa
Gli indagati avranno venti giorni per depositare memorie o chiedere di essere ascoltati dalla Procura. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Raffaele Bizzarro, Isidoro Bizzarro, Angelo Guerriero, Sergio Cola, Umberto Nappi, Francesca Ferrara, Marianna Febbraio, Saverio Campana, Andrea Manzi, Vittorio Corcione, Gaetano Aufiero, Calogero Montalto, Paolo Marandolo, Giovanna Russo e Marino Capone.