"L'incidente del pullman a Mestre è una notizia struggente, una di quelle capaci di generare ricordi terrificanti e indelebili. Siamo fortemente vicini alle famiglie delle vittime di questa tragedia, ancor di più perchè abbiamo provato sulla nostra pelle, dieci anni fa, il dolore e lo strazio della strage di Acqualonga.
Ancor più devastante è il dolore per la scomparsa di due bambini tra le 21 vittime: non riusciamo e non possiamo accettare che due giovanissime vite siano state spezzate così.". Così il sindaco di Monteforte Irpino, comune in provincia di Avellino, Costantino Giordano, commenta la strage di Mestre. 21 vite spezzate, tra queste quelle di due bambini e il dramma di una tragedia che si ripete.
10 anni fa la strage di Acqualonga
Esattamente dieci anni dal viadotto di Acqualonga, in A16, nel territorio di Monteforte Irpino precipitò un bus diretto a Pozzuoli, con a bordo 40 pellegrini. Fu una strage anche allora. E il sindaco di Monteforte Costantino Giordano, nel mostrare cordoglio e vicinanze ai familiari delle vittime, ripercorre e ricorda il dolore di quel dramma. L'autobus volato giù da un cavalcavia a Mestre, per almeno 30 metri, provocando 21 vittime e 15 feriti, non è il primo caso di incidente che vede coinvolto un pullman. Prima vi sono le stragi di Verona e, appunto, quella di Avellino.
I precedenti
Nel gennaio 2017, un autobus stava riportando a casa, in Ungheria, un gruppo di studenti del liceo classico Szinyei Merse Pal Gimnazium di Budapest. I ragazzi stavano tornando a casa dopo una gita in Francia. Poco prima di mezzanotte, stando alla ricostruzione della procura di Verona, il conducente avrebbe perso il controllo del mezzo, per un colpo di sonno. Dopo la sbandata, il bus ha terminato la sua corsa contro il pilone del cavalcavia dello svincolo, che si incunea per circa otto metri nell’autobus – pari a sette file di sedili – distruggendo anche il serbatoio. L’incendio si sviluppò in pochi secondi. Morirono 16 passeggeri: 11 studenti tra i 14 e i 18 anni e 5 adulti (tra cui 4 accompagnatori e il secondo autista). Feriti gravemente altri quattro ragazzi. Salve 25 persone se la cavano con 30 giorni di prognosi. Nel marzo di quello stesso anno, morì anche un altro passeggero dell'autobus, per le conseguenze delle ferite. Mentre, due anni più tardi, nel 2019, morì anche un'altra persona: il professore Vigh Gyorgy, che, pur essendo rimasto ferito nell'incidente, aveva aiutato molti studenti a uscire dall'autobus.
La strage dell'A16, la tragedia di Acqualonga
La sera del 28 luglio 2013, un pullman pieno di pellegrini di ritorno da Pietrelcina, a causa di un guasto all'impianto frenante e alla mancata resistenza del guardrail autostradale, precipitò dal viadotto di Acqualonga, lungo la A16, a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, provocando 40 vittime: il più grave incidente stradale in Italia. A bordo vi erano 48 persone compreso l'autista. Durante il tragitto, dopo aver superato i caselli di Avellino Est e Avellino Ovest, molti passeggeri avvertirono strani rumori provenire dall'interno del mezzo. L'autista, nonostante fosse stato avvisato più volte dai passeggeri, continuò a guidare. Dopo la galleria Quattro Cupe di Monteforte Irpino, un giunto cardanico dell'albero di trasmissione si ruppe tranciando l'impianto frenante. L'autobus, divenuto ingovernabile e senza alcun tipo di freno utilizzabile e il veicolo cominciò a sbandare, urtando varie automobili e furgoncini bloccati nel traffico dell'autostrada a causa di un cantiere, dopodiché vi fu un primo impatto con il guardrail del viadotto Acqualonga. L’autista cercò di far rientrare il bus in carreggiata, ma urtando altri veicoli, il pullman impattò per la seconda volta con il viadotto. I new jersey esterni, che dopo molte ispezioni e sentenze, sono risultati non sicuri, non resistettero all'impatto del pullman, lasciando che il bus precipitasse dal viadotto per circa 30 metri in una vallata.
Servono più controlli
"C'è sempre qualcosa che non va nella sicurezza stradale. È questo il motivo per il quale chiediamo da anni controlli serrati". Lo afferma l'associazione unitaria 'Familiari e Vittime della strada', dopo l'incidente del pullman precipitato da un cavalcavia a Mestre. "Tragedie che non dovrebbero verificarsi" scrivono i presidenti di Aufv e Amcvs, Alberto Pallotti e Elena Ronzullo, dicendosi vicini al dolore delle famiglie. "È questo il motivo - spiegano - per il quale chiediamo da anni controlli serrati. Dopo quanto accaduto ad Avellino, a Genova ed a Verona, anche oggi abbiamo un'altra catastrofe inaspettata. Lanciamo un monito affinché questa mattanza finisca e tutti gli utenti della strada abbiano più consapevolezza delle responsabilità che ricoprono alla guida". "Non condanniamo nessuno - conclude la nota - ma ci appelliamo al governo affinché ponga la giusta attenzione sull'omicidio stradale, le pene da applicare ed i controlli da eseguire".