di Paola Iandolo
Clan Sangermano arrivano le richieste del pubblico ministero antimafia Pietro Raimondi al termine della requisitoria davanti al Gup Chiara Bardi. Diciotto anni per Agostino Sangermano, presunto capoclan del sodalizio nato tra nolano e Irpinia diciotto anni anche per suo cognato Salvatore Sepe, dodici anni per Paolo Nappi, presunto braccio destro del boss Sangermano, 8 anni e 4 mesi invece per Giuseppe Buonincontri, dieci anni per Ezio Mercogliano, infine dodici anni per Onofrio Sepe.
Sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Ci sono anche le estorsioni per imporre la fornitura di mozzarelle ai locali, illecita concorrenza con minaccia e violenza contestata al solo Nicola Sangermano (che ha scelto il rito ordinario davanti al Tribunale di Nola) per le forniture imposte ai titolari di imprese. Contestata anche la serie di estorsioni per accaparrarsi terreni nell’alto casertano. Le discussioni dei difensori inizieranno il 16 ottobre. La sentenza prevista per il prossimo 24 ottobre.
Estorsioni anche in Irpinia
In particolare dalle indagini effettuate sul Clan Sangermano è emerso che nel giugno del 2017 alcuni componenti del sodalizio criminale – Salvatore Sepe - costringevano Andrea Canonico, collaboratore del ristorante “Quagliarella” ad acquistare trenta chili di mozzarelle, nonostante la scarsa qualità del prodotto che infatti veniva cestinato, procurando un ingiusto profitto con pari danno alla persona offesa.