Occupazione dell’alveo del fiume Sele: assolta donna di Caposele

Il pm aveva chiesto una condanna a otto mesi di reclusione

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Caposele.  

Si è celebrata davanti al tribunale penale di Avellino l’ultima udienza del processo a carico di una donna di Caposele, citata a giudizio per rispondere del reato di invasione di terreni. Secondo l’accusa, l’imputata avrebbe invaso arbitrariamente, coltivandola con un impianto di nocciole, un’area facente parte del demanio idrico del fiume Sele confinante con la sua proprietà. Il processo nasce dalle indagini della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno, che negli ultimi anni, unitamente al personale degli uffici tecnici dei comuni interessati, ha effettuato numerosi sopralluoghi sui terreni agricoli adiacenti al fiume Sele per verificare l’occupazione dell’alveo abbandonato da parte dei proprietari dei terreni confinanti.

Mediante la consultazione della documentazione in suo possesso e degli atti custoditi presso gli uffici comunali, sono state contestate molteplici occupazioni abusive di demanio idrico relative al fiume Sele ricadenti nei comuni di Caposele e Calabritto. Numerosi proprietari o conduttori dei terreni confinanti con il fiume, secondo le accuse, avrebbero occupato l’alveo abbandonato dal Sele, che negli anni ha modificato il suo corso formando un nuovo letto.

Le svariate contestazioni hanno creato non poco allarme tra le persone interessate – destinatarie del decreto di citazione davanti al giudice penale – che, in alcuni casi, hanno abbandonato i campi coltivati o sradicato gli alberi da frutto che erano stati piantati nel corso degli anni. 
Davanti al Tribunale di Avellino erano stati già sentiti i militari della Guardia di Finanza che hanno condotto l’operazione e i tecnici degli uffici comunali.

Oggi il processo era deputato all’escussione dei testi della difesa e alle arringhe finali. Il PM ha chiesto la condanna a otto mesi di reclusione. All’esito della discussione, il giudice monocratico Zarrella ha invece accolto le richieste della difesa dell’imputata, rappresentata dall’avvocato Alfonso Sturchio, e ha emesso sentenza di assoluzione piena perché il fatto non sussiste. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nei prossimi novanta giorni.