Dolore, silenzio e compostezza all'arrivo della salma di Gino Di Furia ad Ariano Irpino. Non ce l'ha fatta a contenere la folla accorsa per rendere omaggio allo sfortunato operaio morto sul lavoro nel foggiano, il Santuario di San Liberatore. In molti sono rimasti fuori sotto un sole bollente che ha richiesto in via precauzionale la presenza fissa di un'ambulanza con i volontari di Panacea guidati da Maria Spina Pratola.
E' stato il vescovo Sergio Melillo a celebrare il rito funebre per far sentire ancora di più la presenza delle istituzioni ai familiari straziati dal dolore. Presente anche il sindaco Enrico Franza e la consigliera comunale e provinciale Laura Cervinaro in rappresentanza dell'amministrazione comunale e dell'intera città.
"Ogni parola in questi momenti sembra essere pronunciata in maniera inopportuna - ha detto il Vescovo Melillo - soprattutto quando si tratta di una morte così tragica, dolorosa. Un tragedia che ha colpito in primis i familiari, la madre Rosaria, la sposa Antonietta, le figlie Veronica e Viviana, parenti ed amici. Una famiglia prostrata dal dolore.
E' un ennesimo e tragico incidente sul lavoro, che sconvolge la vita di questa famiglia e di ciascuno di noi. Ma è solo nella parola di Dio che noi oggi possiamo travare qualche elemento utile, per attraversare il dolore e guardarlo negli occhi. Una parola di vita eterna.
E' un varco che tutti quanti siamo chiamati ad attraversare, certo un varco doloroso, inatteso e inopportuno. Il nostro fratello Gino era un uomo, un padre, uno sposo, un lavoratore, un fratello. Tutti elementi che ci aiutono a comprendere la bellezza della vita."