Tonno nocivo, il titolare del laboratorio: non ho mai falsificato le analisi

Il legale ha chiesto l'attenuazione della misura per il suo assistito, si attende la decisione

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Avellino.  

 

 

di Paola Iandolo 

“Non ho mai falsificato le analisi”. Per oltre cinque ore M.R. di Villa Franca, ma residente a Torre Le Nocelle, ha risposto alle domande del gip Altamura del tribunale di Trani affiancato dal suo avvocato Raffaele Tecce ed in videocollagamento dal carcere di Bellizzi Irpino. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha respinto tutte le accuse, specificando che “si occupavano di sicurezza alimentare e non di produzione”. Gli altri indagati sottoposti agli arresti domiciliari si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Altri interrogatori

Domani mattina proseguiranno altri interrogatori davanti al gup di Trani per i 3 irpini sottoposti agli obblighi di dimora difesi dagli avvocati Fabio Tulimiero e Nello Pizza. In tutto sono 18 gli indagati accusati a vario titolo di aver utilizzato delle sostanze che di fatto lo rendevano “nocivo” per la salute provocando oltre trenta intossicazioni alimentari. A smascherare l’associazione a delinquere sono stati i Nas di Bari, coordinati dalla procura di Trani, al termine di un’inchiesta che conta 18 indagati tra titolari e dipendenti di due aziende ittiche di Bisceglie, di un laboratorio e di una società di consulenza di Avellino. Al centro dell’inchiesta sono finite le aziende Ittica Zu Pietro Srl e della Izp processing, del laboratorio Innovatio Srl di Avellino e della società di consulenza Studio summit Srl di Avellino.

Le accuse

Ai sei irpini - insieme ad altri 12 indagati pugliesi - gli inquirenti contestano di aver preso parte all’associazione a delinquere per favorire la commercializzazione del tonno adulterato. In particolare a M.B. responsabile dell’assicurazione Qualità presso la Ittica Zu Pietro srl., nonché legale rappresentante della Innovatio srl ed amministratore di fatto del laboratorio Studio Summit srl (entrambe con sede ad Avellino) oltre a procurare illegittimamente alla Ittica Zu Pietro srl quantitativi di nitrito di sodio, rafforzava il disegno criminoso dei clienti, consentendo loro di commercializzare il tonno adulterato, garantendo che avrebbe provveduto ad occultare o alterare eventuali valori superiori alle prescrizioni normative risultanti dai laboratori analisi o comunque di falsificare con appositi programmi informatici, i certificati redatti da altri laboratori accreditati in modo da non far trovare nitrati e nitriti nei campioni e ponendo effettivamente in essere le predette condotte anche con la collaborazione materiale dei dipendenti delle società da lui gestite.

Il sequestro

I Carabinieri hanno inoltre proceduto ad eseguire un decreto di sequestro della somma di circa 5.200.000 euro, provento delle illecite attività fraudolente, nonché delle due aziende ittiche citate e dei relativi beni aziendali, per le quali è stato nominato un amministratore giudiziario.