di Paola Iandolo
“Anche senza concreti episodi di violenza l’intervento dei Galdieri nella turbativa delle aste è stato evidente, è emerso all'interno dell’attività investigativa e d'intercettazione”. Questi alcuni passaggi salienti dell’escussione del luogotenente, dei carabinieri che si è sottoposto dapprima alle domande dell’avvocato Alberico Villani e successivamente dell’avvocato Carlo Taormina. In particolare il luogotenente ha ripercorso in aula alcune intercettazioni del 2019 in cui Livia Forte affermava: "Nicola non va lui, manda gli altri!". Mentre in un’altra intercettazione captata tra i fratelli Galdieri nel 2019 si parlava di Armando Aprile, di cifre e di accordi. Nello specifico – stando alla ricostruzione del militare - Nicola Galdieri non era propenso a stringere il primo accordo proposto con “il riconoscimento del 7% degli importi” a suo avviso “doveva essere almeno del 20%”. Il luogotenente, ancora, ha ribadito che, il lavoro vero e proprio sulle aste, è fatto da Forte Livia e Aprile Armando, sono loro a essere fisicamente presenti nelle aule del tribunale.
Il luogotenente, nel rispondere alle domande dell'avvocato Taormina, descrive la presenza della criminalità organizzata nel territorio dell'Alta Irpinia. Molteplici, in questa fase, sono state le interruzioni dell'escussione. Numerose le contestazioni da parte del pubblico ministero, della Dda Anna Frasca, avanzate verso le domande che il noto penalista ha rivolto al teste in merito al coinvolgimento del suo assistito all'interno dell'attività turbativa. Nello specifico, il militare ha affermato che “dalla ricostruzione delle conversazioni con Forte Livia, emerge indirettamente il coinvolgimento di Formisano” difeso dall’avvocato Carlo Taormina. Le interruzioni nel corso della testimonianza, però, non accennano a diminuire, tanto che l’avvocato Taormina tuona in aula "Lei è prevenuto verso di me!" rivolgendosi al giudice. Si torna in aula il 14 giugno.