di Paola Iandolo
Per Elena Gioia e Giovanni Limata imputati con l’accusa di omicidio volontario del padre di lei, Aldo Gioia, è arrivata la sentenza. I due sono stati condannati a 24 anni di reclusione, oltre al risarcimento dei familiari e alla spese processuali. Accolta dunque la richiesta del pubblico ministero Vincenzo Russo.
Richieste pm
Le richieste del pm Vincenzo Russo nella precedente udienza aveva chiesto 24 anni di reclusione per Elena Gioia e 24 anni di reclusione per Giovanni Limata dopo aver insistito molto sulla giovane età dei due imputati.
Discussione difensore Elena Gioia, l’avvocato Livia Rossi ha chiesto “pene giuste”.
L’avvocato Rossi ha concluso la discussione affermando “ritengo sussistente le circostanze attenuanti, anche quelle generiche, non deve essere considerata la premeditazione, abbiamo chiesto il riconoscimento di un vizio di mente, la concessione della diminuente del rito abbreviato richiesto inizialmente con la notifica del decreto del giudizio immediato. Io non posso non affidarvi la mia assistita. La pena è anche possibilità di recupero. Una sentenza non deve essere esemplare, ma giusta. Va escluso l’ergastolo”.
Discussione difensore Giovanni Limata, l’avvocato Rolando Iorio “venga dichiarato non imputabile”
L'avvocato Rolando Iorio, dopo aver messo in luce le patologie di cui è affetto il suo assistito ha chiesto, al termine dell'arringa, che “Limata venga dichiarato non imputabile, in alternativa il minimo di pena”.“Limata - ha ricordato l'avvocato Iorio - assume ogni giorno farmaci per cercare di contenere la situazione, ha commesso e compie tentativi di suicidio. Tentativi che nascono dalla paura di essere abbandonato derivante dai traumi di cinque anni di casa famiglia. Non ha un lavoro, non ha una patente, non ha concluso gli studi. Non ha prospettive di futuro”.
La ricostruzione
L’omicidio di Aldo Gioia avvenne il 23 aprile del 2021 con 15 coltellate inferte da Giovanni Limata. Ad aprirgli la porta di casa la figlia della vittima, Elena Gioia. La posizione dei due giovani apparve sin dal primo momento alquanto chiara. Furono le testimonianze della stessa moglie di Gioia a indirizzare subito le indagini. Il giovane fidanzato della figlia, il 23enne Giovanni Limata, fu raggiunto dai poliziotti nella sua abitazione di Cervinara dove confessò e mostrò il coltello da caccia che aveva portato con sé. Era giunto in città nel pomeriggio e con Elena aveva messaggiato fino all’ora in cui la ragazza gli diede il via libera: «Si è addormentato, scendo e vengo ad aprirti».