Aste Ok, l’avvocato Taormina: "Auspico un’astensione del collegio"

La difesa ipotizza che vi sia stata una violazione del segreto d’ufficio

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Avellino.  

“Drammatica udienza ad Avellino nel processo per le aste truccate anche con l’intervento della camorra e nel quale la Distrettuale di Napoli inopinatamente ha infilato imprenditori e professionisti che non c’entrano nulla e hanno dimostrato di non entrarci nulla o poco”.

Il duro attacco lanciato dall’avvocato Carlo Taormina, difensore di Gianluca Formisano, ingegnere di Serino attualmente agli arresti domiciliari e titolare di un’impresa e finito nell’inchiesta Aste Ok, condotta dalla Dda di Napoli. Dichiarazioni lasciate sulle pagine social dopo un’udienza particolarmente intensa, celebratasi dinanzi al tribunale di Avellino in composizione collegiale, presieduta dal giudice Roberto Melone. Sotto la lente d’ingrandimento delle difese degli imputati, accusati tra l’altro anche di associazione a delinquere e turbativa d’asta, le condotte dei magistrati giudicanti.

“Dopo l’incriminazione dei carabinieri per corruzione, falso in atti pubblici ed altro, bufera sul tribunale di Avellino del quale è stata sollecitata l’astensione per aver violato il segreto d’ufficio e di indagine essendo venuto a conoscenza di particolari relativi alle attività di indagine del pubblico ministero sui reati contestati ai carabinieri e per aver anticipato fin dalla precedente udienza, nella quale per la prima volta emergeva l’incriminazione dei carabinieri, che l’inchiesta potesse essere archiviata con una predizione davvero miracolosa in piena consonanza col pubblico ministero. Comunicato da me l’intervento a sorpresa e in tempi supersonici della richiesta di archiviazione ma comunicata anche la predisposizione dell’atto di opposizione”.  

Taormina ha inoltro precisato: “Il tribunale ha chiesto al primo presidente di potersi astenere e in caso di auspicata autorizzazione il processo dovrà ricominciare con un nuovo collegio”. L’avvocato Taormina conclude: “E’ stata disposta la trasmissione degli atti alla procura di Roma perché si proceda nei confronti dei componenti del tribunale per la violazione del segreto d’ufficio e per ogni altro reato che dovesse essere ravvisato. E intanto gli imputati restano in carcere dove sono da due anni e mezzo”.