di Paola Iandolo
Strage Acqualonga, chiusa l’istruttoria dibattimentale per il processo dinanzi ai giudici della Corte di Appello di Napoli. In aula sono state ascoltate le dichiarazioni spontanee di Giovanni Castelucci ex amministratore delegato della concessionaria e di Nicola Spadavecchia, dirigente all’epoca dei fatti di Autostrade spa e coinvolti nel processo di secondo grado per uno degli incidenti più gravi accaduti in Italia. Il bus precipitò dal viadotto dell’Acqualonga, nel tratto avellinese dell'autostrada A16 Napoli-Canosa, nel territorio di Monteforte Irpino.
Le dichiarazioni di Castellucci: “la delibera con la quale erano stati approvati ben 35 progetti di riqualificazione, dava ampia facoltà al progettista di stabilire quali barriere laterali andare a sostituire”. Le barriere laterali
Le dichiarazioni di Spadavecchia: “sono stato alla guida del Tronco fino al 2009 e fino ad allora non si era mai verificati problemi di ossidazioni dei tirafondi”.
La prossima udienza è fissata per il 20 aprile quando discuterà il procuratore generale.
La sentenza di primo grado
In primo grado furono condannati Gennaro Lametta e Antonietta Ceriola a 8 anni di reclusione. Furono, invece, condannati a sei anni di reclusione i dirigenti di Autostrade, Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia, Paolo Berti e Gianni Marrone, furono condannati a 5 anni e 6 mesi, Michele Renzi e Bruno Gerardi, furono condannati a 5 anni. Assolto l’ex amministratore delegato della concessionaria, Giovanni Castelucci, oltre al dirigente generale di Autostrade, Riccardo Mollo, e i dipendenti Michele Maietta, Massimo Fornaci, Marco Perna e Antonio Sorrentino e Vittorio Saulino della Motorizzazione di Napoli.