Sidigas, la Procura ha presentato un’istanza di liquidazione giudiziale

Da valutare anche la proposta di acquisito avanzata da Angelo Antonio D'Agostino

sidigas la procura ha presentato un istanza di liquidazione giudiziale
Avellino.  

In tre anni di concordato sarebbero rientrati solo 35 dei 65 milioni di debiti con l'erario, e con la cessione di Sidigas.com l'azienda ora fatica ad avere anche liquidità. Il resoconto del nuovo custode giudiziario Lorenzo Palmerini e i nuovi accertamenti della finanza sembrano non lasciare scampo al gruppo di distribuzione del gas. Da qui la richiesta di liquidazione della società firmata dal pubblico ministero Vicenzo Russo. Intanto i legali De Cesare sono pronti a depositare un piano di rientro per ottenere il dissequestro delle quote e ritornare alla guida alla società.

La Gestione Commissariale

 Dunque a quanto pare neanche la gestione commissariale è riuscita nell’intento di riportare la società in bonis. I conti restano in rosso e la mole debitoria è anche aumentata, in quanto le entrate non riescono a sopperire i costi di gestione dell’intera società. Sullo sfondo della vicenda permane la proposta di fitto delle reti e di successivo acquisto presentata dall’imprenditore Angelo Antonio D’Agostino che per 58milioni di euro diverrebbe titolare di beni del valore di almeno 120milioni di euro.

La revoca del custode nominato dal tribunale di Avellino

Ad ottobre, per la vicenda Sidigas, era stato revocato dal suo incarico di custode giudiziario Francesco Baldassarre. Il gip Marcello Rotondi – su richiesta del pubblico ministero Vincenzo Russo – nominò il nuovo amministratore Lorenzo Palmerini, collaboratore della procura capitolina. Il suo profilo, proprio in ragione della conoscenza degli atti, ad avviso del gip Marcello Rotondi garantirà “un proficuo e tempestivo subentro nella gestione delle quote”. Il custode giudiziario Baldassarre, nominato dalla procura di Avellino, è stato rimosso in quanto sottoposto a delle indagini. Revoca determinata da alcune denunce presentate dai legali di Gianandrea De Cesare (difeso dagli avvocati Luigi Tuccillo e Claudio Mauriello) e Bruno Del Vecchio (difeso dall’avvocato Massimiliano Moscariello) per il compenso percepito dall’amministratore della società Dario Scalella, circa 1 milione di euro annuo e la svendita dei beni della società.