Omicidio Vienna Pisacreta, dopo 23 anni torna libero il marito

Antonio Pesce è stato giudicato “ non pericoloso socialmente”

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San Michele di Serino.  

Omicidio Vienna Pisacreta: ritorna in libertà il marito della donna strangolata nel 2000, Antonio Pesce, poliziotto in servizio alla squadra Volanti della questura di Avellino. Parliamo di un efferato delitto che 23 anni fa scosse la provincia di Avellino. L’operaia, 31enne di Serino, fu strangolata dal marito con il filo della zanzariera il 10 luglio del 2000, al culmine dell'ennesimo litigio. I due si stavano separando.

La ricostruzione della scomparsa

Vienna scomparve misteriosamente dalla sua casa il 10 luglio 2000. Si attivarono subito i soccorsi. Vennero passati al setacciato anche i boschi vicino all’abitazione coniugale ubicata a San Michele di Serino. Le ricerche andarono avanti per tre lunghi mesi. E si conclusero con una macabra scoperta: un teschio e alcune ossa umane ritrovati sul Terminio, che le analisi attribuirono all’operaia 31enne. L’uomo, in missione in Kosovo, fu fatto rientrare e fu tratto in arresto con l'accusa di omicidio e distruzione di cadavere, anche se non confessò mai il delitto della donna, madre di due figli.

La condanna

Antonio Pesce, difeso dall’avvocato Alberico Villani, fu condannato a trent’anni di carcere che oggi ha scontato. Il magistrato di sorveglianza del tribunale di Avellino ha giudicato l’uomo “non è pericoloso socialmente” e ha stabilito che “non dev’essere sottoposto ai tre anni di libertà vigilata”.