Pestaggio in carcere, anche il terzo agente ha fatto scena muta

Imminenti le discussioni dei ricorsi davanti al tribunale del Riesame

pestaggio in carcere anche il terzo agente ha fatto scena muta
Avellino.  

Aggressione nel carcere di Bellizzi Irpino, anche G.I. si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Con quello di stamane sono terminati gli interrogatori di garanzia e la parola passa al riesame.

Per G.I. affiancato dall’avvocato Gaetano Aufiero il ricorso dinanzi al tribunale partenopeo è fissato venerdì. Mentre per L.P. è fissato per il 20 dicembre.

Le accuse

I tre agenti penitenziari sono accusati di falso ideologico e lesioni aggravate per non aver fatto nulla per impedire l’aggressione e per aver riportato nella relazione da consegnare al comandante di sezione, una ricostruzione dei fatti completamente diversa dalla realtà e lacunosa.

Circostanza che insospettì il comandante di sezione che andò subito a verificare le immagini delle telecamere di videosorveglianza. Ma ad incastrare i tre alle proprie responsabilità è stata la denuncia presentata dalla vittima del brutale pestaggio subito da altri detenuti nel carcere di Bellizzi Irpino, con la complicità degli agenti penitenziari.

Gli altri indagati

 Gli altri indagati, i detenuti ritenuti i responsabili dell’aggressione, sono L. V. di Pago del Vallo di Lauro considerato dagli inquirenti vicino al clan Sangermano, G.M., G. R. e A. S., tutti e tre di Napoli detenuti per altre cause. 

Dalle intercettazioni captate dagli inquirenti è emerso – ad avviso del gip Fabrizio Ciccone, che ha firmato le misure cautelari - «l’intimo rapporto confidenziale intrattenuto dai tre pubblici ufficiali con i detenuti autori del pestaggio e la piena condivisione ed approvazione delle finalità dello stesso, a dimostrazione quasi di una loro diretta compenetrazione con l’ambiente criminale nella quale è maturata la brutale aggressione». Inoltre dalle intercettazioni captate tra uno dei tre agenti arrestati e un altro che li aveva invitati a desistere, facendoli riflettere che era una cosa tra detenuti emerge la piena condivisione del gesto.

Le intercettazioni

L’agente penitenziario G.I. di tutta risposta intercettato il 16 marzo 2022 afferma: “dopo la richiesta di L.V. e compagni di coadiuvarli nel pestaggio ho cercato di dissuaderli e di replicare affermando di non poter aderire, trattandosi di regolamenti di conti tra detenuti, ma poi ho accettato dopo che anche gli atri agenti hanno detto “ammo fa… ammo fa, quello è na merda se l’è cantata”.