Una violenza criminale con agguati e tentati omicidi, per avere il controllo degli affari legati alle estorsioni in città. E’ quanto c’è dietro all’indagine dei carabinieri di Avellino che hanno portato a 5 arresti. E con l’emissione di questa ordinanza si chiude il cerchio completamente sulla sparatoria all’Ultra Beat. Gli arresti di oggi partono proprio da quell’episodio.
Le cinque persone sono gravemente indiziate -allo stato delle indagini preliminari- di tentato omicidio in concorso, minaccia aggravata nonché detenzione e porto abusivo di armi o strumenti atti all'offesa.
L'attività trae origine da un agguato avvenuto nel locale di via Cannaviello, Ultra Beat, chiuso successivamente. Qui ci fu un primo conflitto tra i due gruppi criminali, ci fu una sparatoria nei confronti di un giovane dipendente del locale. Dopo qualche giorno la risposta e la vendetta nel quartiere "Quattrograna" di Avellino, posto in essere ai danni di un 26enne del luogo.
Nella circostanza, gli attentatori, sopraggiunti sul luogo a bordo di un furgone e due auto, armati di spranghe di ferro e mazze da baseball, avevano circondato il predetto, verosimilmente per impedirgli la fuga, mentre uno di essi esplodeva al suo indirizzo alcuni colpi di pistola cal.7,65 mm, che solo
per mera casualità non attingevano la vittima, la quale riusciva fortunosamente a sfuggire all'agguato e a dare l'allarme al numero d'emergenza 112.
Le indagini, condotte dalla stazione di Avellino con il supporto tecnico dei militari del locale Comando Provinciale, hanno consentito di identificare i presunti aggressori nei cinque destinatari delle misure cautelari, nonché di mettere in relazione l'agguato con alcuni episodi di violenza occorsi alcuni giorni prima presso un locale notturno del capoluogo, un destinatari dell'odierna misura restrittiva avrebbero quindi eseguito la violenta azione nel confronti del 26enne quale ritorsione, predisponendo l'agguato in corrispondenza dell'abitazione della vittima, ubicata nel suddetto rione avellinese.