Assoluzione perché il fatto non sussiste per un uomo E. P. C., di Montefredane, accusato dall’ex moglie di maltrattamenti in famiglia.
Nel gennaio 2021 la donna si reca presso la stazione locale dei carabinieri per sporgere denuncia contro l’ex marito, già condannato nel 2019 a un anno e quattro mesi di reclusione con sospensione della pena per lo stesso tipo di reato.
La signora si presenta ai carabinieri visibilmente scossa e con evidenti segni di aggressione fisica, poi refertati dai medici del 118 come “ecchimosi e graffi alle guance da compressione, segni di compressione al collo e stato di grave agitazione”, e racconta di essere stata più volte e in più episodi aggredita fisicamente dall’ex marito in presenza del loro figlio minorenne e che questi addirittura avrebbe aizzato il ragazzo contro la madre, spingendolo a colpirla anch’egli.
Dopo aver disposto l’arresto dell’uomo, questi viene sottoposto a detenzione domiciliare in via cautelativa.
Dopo sei mesi di arresti domiciliari il giudice accolse la richiesta dell’avvocato di difesa, Claudio Frongillo, e sostituì la misura con il divieto di avvicinamento alla persona offesa.
All’esito di un lungo processo, in cui sono stati ascoltati più testimoni e dal quale è emerso il difficile clima familiare in cui versava la famiglia, il giudice Lorenzo Corona ha ritenuto di assolvere l’uomo per insussistenza dei fatti.
Chiaramente, all’esito della sentenza, anche la misura cautelare di divieto di avvicinamento è stata revocata.