Minacce al giudice Cassano, una pista porta al traffico di armi

Diverse armerie perquisite dai carabinieri: pistole vendute intestandole a persone defunte

minacce al giudice cassano una pista porta al traffico di armi
Avellino.  

Perquisizioni all'interno di armerie, in corso in queste ore da parte dei carabinieri, sono legate alle indagini sulle minacce di morte rivolte al giudice Paolo Cassano il mese scorso da parte di un detenuto.

La comunicazione della notizia di reato è stata nel frattempo trasmessa alla Procura di Roma, competente per quanto riguarda i reati contro i magistrati e il sostituto procuratore Francesco Dall’Oglio ha aperto un fascicolo per minaccia aggravata ad un magistrato durante le indagini.

I militari, in corso di perquisizione, hanno acquisito alcuni registri di carico e scarico delle armi, alcuni modelli di cessioni delle stesse e qualche munizione non dichiarata. L’ipotesi di reato indicata nel decreto di perquisizione fa riferimento alla falsificazione dei registri. L’indagine preliminare è appena agli inizi e l’ipotesi di reato è quindi, allo stato attuale, da ritenersi del tutto provvisoria.

L’uomo, un 40enne avellinese non legato a gruppi della criminalità organizzata ma attivo nello spaccio di droga e attualmente detenuto presso il carcere di Bellizzi Irpino per i reati di tentata estorsione e sequestro di persona, nel momento in cui ha ricevuto notifica da parte dei carabinieri di Avellino di una nuova ordinanza, con l'accusa di detenzione di armi, ha iniziato a rivolgere minacce dirette al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Avellino, firmatario del provvedimento. “Lo sparo in testa”, avrebbe pronunciato, tra le altre cose.

L’indagine sarebbe stata avviata, secondo quanto si apprende, a seguito dell’ipotesi che una di queste armerie avrebbe ceduto le armi a due uomini, tra cui il 40enne di cui sopra, già accusati, appunto, di tentata estorsione ai danni di alcuni tossicodipendenti e indagati anche per detenzione illegale di arma da fuoco, che avrebbero presentato, al momento dell’acquisto, il porto d’armi di persone allo stato attuale inesistenti. Bisognerà verificare l’effettiva corrispondenza tra quei registri e le armi effettivamente negoziate per trovare un collegamento tra le due indagini attualmente in corso.