Di questa mattina l'udienza per il processo nato dall’indagine dei carabinieri di Baiano svoltasi nel 2015, che ha portato a giudizio 12 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.
L’indagine portò al sequestro di un locale ubicato nel comune di Monteforte Irpino, il Club Privee Libidos, un edificio di due piani, all’interno del quale fu appurata la presenza insolita di diverse camere da letto, oltre alla pista da ballo e al pianobar. Tra le varie stanze, addirittura, una di queste era arredata in stile sadomaso (con una parete con sbarre di ferro, e funi e manette). In più, all’ingresso del club, era esposto un grosso scatolo di preservativi a disposizione degli avventori.
A seguito di alcune testimonianze di frequentatori del club è emersa la costituzione di un sodalizio criminale finalizzato allo sfruttamento della prostituzione tra il gestore del club e numerosi altri soggetti, originari delle province di Avellino, Napoli e Latina, molti dei quali già pregiudicati per lo stesso tipo di reato.
Il gestore, posto al vertice della presunta organizzazione, si occupava di reclutare le ragazze che avrebbero dovuto intrattenere i clienti, sia in pista da ballo, sia, nel caso lo avessero espressamente richiesto, nelle camere privée e quindi, di conseguenza, consumando con loro rapporti sessuali. Di particolare rilevanza la testimonianza resa da una delle ragazze alla corte questa mattina: “L’ho fatto perché stavo attraversando un periodo difficile, avevo bisogno di soldi per i miei figli. Sono andata a lavorarci solo per un mese” E continua: “All’inizio mi pagava 100 euro, poi sempre meno, fino ad arrivare anche a prendere 20 euro”.
È così che emerge il quadro delittuoso del sodalizio, finalizzato all’ottenimento di un sempre maggiore guadagno, approfittando della necessità di denaro delle ragazze.
Un altro aspetto particolare della struttura criminale è che due sodali facevano addirittura prostituire le proprie mogli all’interno del locale. Le donne, a loro volta, erano addette al reclutamento dei clienti, attraverso un particolare sito di incontri, in cui con dei nomi d’arte attiravano i clienti presso il Libidos.
Durante la prossima udienza, prevista per il 14 giugno, è previsto il prosieguo dell’istruttoria, con l’escussione di altre ragazze, tra cui un transessuale.