Un episodio inquietante che scuote nuovamente la tranquillità della cittadina solofrana. La scorsa notte, poco dopo la mezzanotte, un’auto, una Jaguar F Type è stata data alle fiamme. La vettura di grossa cilindrata era di proprietà di Francesco Filodemo, avvocato e presidente del consiglio comunale di Solofra. Le fiamme hanno completamente distrutto la vettura, ma hanno danneggiato anche la facciata del palazzo di viale Principe Amedeo, dove abita il professionista, insieme alla famiglia.
L’episodio ha scosso l’avvocato Filodemo che racconta i momenti vissuti l’altra notte: «E’ stata una notte drammatica e da dimenticare. Abbiamo avuto tutti paura. Sia la mia famiglia che l’intero condominio - ha dichiarato l’avvocato - Abito nel pieno centro di Solofra, in un condominio di quattro piani con circa 11 appartamenti e otto famiglie. Erano più o meno mezzanotte e venti, quando stato svegliato dal campanello che suonava in maniera insistente. Erano i miei vicini di casa che mi avvisavano delle fiamme. Mi sono precipitato giù e dopo aver capito che l’incendio riguardava la mia vettura, sono rimasto in casa e ho avvertito immediatamente i vigili e i carabinieri». La vittima del rogo, non solo è uno stimato avvocato ma ricopre anche la carica di presidente del consiglio comunale di Solofra. Le indagini dei carabinieri proseguono e vanno avanti per accertare la natura delle fiamme, anche se sembrerebbe non esserci alcun dubbio sull’azione dolosa.
Le piste seguite sono diverse da quella privata a quella professionale, ma l’avvocato Filodemo è certo che se dovesse essere accertata la natura dolosa riguarderebbe soltanto la sua professione. «Escludo categoricamente che possa rientrare nell’attività politica - ha detto - anche perché sono il presidente del consiglio comunale di una città tranquilla, sia dal punto di vista delinquenziale ma anche dal punto di vista politico, e poi il presidente del consiglio comunale ha un ruolo terzo ed imparziale rispetto all’attività amministrativa. Se dovesse essere doloso credo che debba essere ricercato nell’ambito della mia attività professionale. Ma al di là di tutto, resta un gesto insano e totalmente ingiustificabile che poteva mettere a repentaglio l’incolumità mia, della mia famiglia e delle altre persone».