Il ginecologo non commise alcun abuso: la tenda era chiusa

La commissione disciplinare interna dell'Asl ha archiviato il procedimento

il ginecologo non commise alcun abuso la tenda era chiusa

Il caso Ariano

Ariano Irpino.  

Nessun abuso nelle vesti di medico e violazione: la tenda pre triage era chiusa e non funzionante. L'Asl di Avellino, attraverso una commissione interna ha archiviato il procedimento disciplinare a carico del ginecologo dell'ospedale Sant'Ottone Frangipane rimasto coinvolto insieme alla moglie nella bufera Covid ad Ariano all'inizio dell'emergenza con la conseguente chiusura del pronto soccorso. In un primo momento il noto professionista era stato definito un untore ricevendo attacchi da più parti persino da cariche istituzionali. 

Una brutta storia che nonostante il calvario subito ha saputo affrontare con dignità, fiducia e determinazione, in silenzio. Oggi arriva la svolta. Il suo legale Carlo Frasca, ha smentito ogni illazione nei confronti del suo assistito dopo che l'Asl aveva chiesto la sospensione dal servizio per 6 mesi, compreso lo stipendio: "Dalle documentazioni che abbiamo prodotto - riferisce alla stampa - non risulta nessuna violazione che viene addebitata dall’Asl. Nessuna persona venuta in contatto con lui o con la moglie, tra personale sanitario e altri utenti, venne contagiata. E questo risulta dalla documentazione."

I fatti si riferiscono al 5 marzo 2020, quando la moglie del medico affetta da insufficienza respiratoria giunse al pronto soccorso accompagnata dal marito. 

"Quel giorno la tenda del pre-triage  non era ancora in funzione. Montata, ma chiusa, senza neppure attrezzature e personale all'interno. Insomma non era operativa. Nessuna violazione, dunque, anche perché diventa materialmente impossibile violare un qualcosa che non esiste. Regolare dunque la procedura seguita dal ginecologo che, in quel momento non era in servizio. Tutto parte dalla telefonata che effettuò verso la Guardia Medica perché la moglie presentava sintomi di tosse stizzosa, lo stesso medico di guardia le fissò una radiografia al torace. Da qui la corsa verso il pronto soccorso dove, il ginecologo e la moglie, entrarono solo dopo aver citofonato ed essere stati autorizzati dalla guardia giurata. Non ci fu nessuna violazione da parte del ginecologo, anzi possiamo dire che si comportò in maniera esemplare e da marito premuroso". 

Quando poi vi fu la diagnosi e il trasferimento della donna al Moscati di Avellino, il medico si autoisolò avviando la quarantena nella sua abitazione. Da qui la somministrazione del tampone e la successiva positività. Da allora ha affrontato il procedimento dell'Asl fino all'archiviazione che ha restituito la verità su quanto accaduto.