Divieto di dimora per il boss Pagnozzi in Valle Caudina

La decisione del tribunale di Avellino in sostituzione degli arresti domiciliari

San Martino Valle Caudina.  

Meglio conosciuto come O’ Giaguaro, il boss campano più anziano, ha ottenuto la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con il divieto di dimora nel comune di San Martino Valle Caudina. A deciderlo è stato il Tribunale di Avellino in accoglimento di una richiesta del suo legale, l’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli. 

Arrestato il primo febbraio 2013 dai Carabinieri a Napoli, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per usura ed estorsione  con l’aggravante mafiosa, emessa al termine di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Oltre all’arresto del capoclan, le indagini portarono all’arresto di suo fratello Paolo Pagnozzi, della moglie, Rita De Matteo, e un elemento del clan, Davide Pisano. 

Secondo l'accusa, i quattro, a seguito di un prestito elargito nel 2008 a una famiglia di imprenditori della Valle Caudina di 13 mila euro, avrebbero preteso, negli anni, la restituzione di circa 70 mila euro. Quando gli estorti decisero di non pagare più, il clan cominciò a minacciarli e vessarli. In più occasioni l'imprenditore e la moglie furono costretti ad incontrare Gennaro Pagnozzi che, nel dicembre 2010, nel negozio delle vittime, al rifiuto della donna di versare altro denaro, la malmenò.

Dopo questo episodio sono scattate le indagini che hanno portato la Dda di Napoli a chiedere al gip del capoluogo campano l'emissione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere. Il quadro indiziario raccolto dagli investigatori a carico dell’anziano boss è particolarmente grave, costituito da dichiarazioni delle  persone offese, riscontrate da intercettazioni ambientali.Tuttavia, le articolate argomentazioni del suo difensore, hanno fatto breccia nel collegio avellinese che ha decretato la sostituzione della custodia cautelare  con quella del divieto di dimora nel comune caudino, nonostante  le condanne riportate nel suo casellario giudiziale e la sua qualità di boss di primissimo piano. 

I Giudici temono che nonostante l’età avanzata se il boss ritorna nella “sua” San Martino commetta nuovi reati.  Il capo indiscusso del clan Pagnozzi è stato sempre considerato elemento apicale della criminalità campana, già a far data dagli anni ‘70. A seguito della decisione presa dai Giudici avellinesi, O’ Giaguaro non ha lasciato il carcere in quanto pende a suo carico un'altra ordinanza di custodia cautelare per un’altra vicenda giudiziaria pendente innanzi al  Tribunale di Napoli. In questo processo, l’anziano boss è accusato di aver concorso con suo fratello Paolo e con i suoi nipoti in  ben 13 episodi di usura con l’aggravante mafiosa ai danni di persone nel napoletano, prevalentemente nella zona di Ponticelli.

Ma sul tavolo della settima sezione del  Tribunale di Napoli è già presente una richiesta di scarcerazione il cui accoglimento determinerebbe la remissione in libertà del “giaguaro”  e la fine dei problemi giudiziari, sempre brillantemente risolti.  Decine e decini di maxi- processi che lo hanno tenuto ristretto nelle patri galere  “solo“ dieci anni di carcere pur all’esito  una lunghissima  carriera delinquenziale durata oltre mezzo secolo.