Caposele, legittima la nomina del vicesindaco

La decisione del tribunale di Avellino

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Caposele.  

Si è fermata davanti al tribunale di Avellino l’offensiva di due consiglieri di minoranza del Comune di Caposele per far dichiarare l’incompatibilità del vicesindaco Armando Sturchio come componente della Giunta del Comune di Caposele e, di conseguenza, alla carica di vicesindaco. Nelle recenti elezioni amministrative Sturchio era stato il candidato più votato nella lista di maggioranza. Ad avviso dell’opposizione consiliare, andava dichiarata la sua incompatibilità alla carica sussistendo il vincolo di affinità con il sindaco Melillo, nonostante la pronuncia di divorzio intervenuta anni prima tra la sorella del sindaco ed il suo vice.

La vicenda giudiziaria si colloca alla fine di una lunga battaglia che aveva già visto la minoranza rivolgersi al Prefetto di Avellino. Questi aveva dapprima invitato il sindaco a valutare la sostituzione del suo vicesindaco e poi ordinato la convocazione del Consiglio Comunale. Contro la decisione di quest’ultimo organo, che aveva respinto la richiesta di revoca della nomina, i consiglieri di minoranza erano ricorsi in Tribunale.
Con la decisione di oggi, il tribunale di Avellino ha respinto le richieste dell’opposizione ed ha dichiarato legittima la nomina del vicesindaco. “E’ un’ordinanza assolutamente coerente con il dettato legislativo vigente” ha dichiarato soddisfatto il suo difensore, l’avvocato Alfonso Sturchio “ma allo stesso tempo innovativa e coraggiosa. Ci scontravamo con un testo del codice civile evidentemente insensato rispetto all’evoluzione della società e con un precedente della Cassazione favorevole alle tesi avversarie. Il giudice invece ha accolto i nostri argomenti ed ha dato una lettura costituzionalmente orientata delle norme in tema di affinità. E’ una decisione storica che costituirà un precedente importante per molti giudizi.”
In giudizio erano stati chiamati anche il sindaco, difeso dall’avvocato Antonio Corona e l’ente comunale, difeso dall’avvocato Giuseppe Palmieri. Il Tribunale ha anche condannato al pagamento delle spese di giudizio i ricorrenti, che ora avranno un mese di tempo per valutare se ricorrere in appello.