E' morto nel giorno del compleanno di sua moglie Pietro Nuzzolo. Un giorno che come sempre avrebbe reso speciale all'amore della sua vita, Giuseppina De Furia.
Un triste scherzo del destino che addolora tutti ancora di più, alla vigilia di un primo maggio che per Ariano Irpino sarà colmo di dolore. Stava ricevendo continue telefonate e messaggi di auguri Giuseppina, quando improvvisamente la sua giornata di festa è stata funestata dalla tragedia. Non avrebbe mai e poi mai immaginato di piangere suo marito, 38 anni compiuti appena tre giorni fa, così all'improvviso. Dalla gioia al dolore, velocemente, in maniera ingiusta, senza avere il tempo di capire nulla.
Stava seguendo a terra le operazioni di scarico da un tir delle mensole in ferro adibite al rafforzamento dei piloni del viadotto, quando improvvisamente la catena che reggeva i pezzi in trazione si è spezzata facendo cadere una di esse, del peso di circa 20 quintali su di lui. E’ morto così Pietro Nuzzolo, sposato, senza figli, residente in località Acquasalza ad Ariano Irpino.
Aveva ripreso a lavorare dallo scorso 20 aprile, nel cantiere Anas dove sono in corso le attività di manutenzione del viadotto Manna. Sul posto 118, carabinieri e Vigili del Fuoco, ma ogni soccorso purtroppo è stato inutile. Considerato da tutti un operaio capace ed esperto. Nessuno avrebbe mai immaginato un simile tragedia
A difendere i familiari di Pietro è stato nominato l'avvocato Guerino Gazzella: "Solo l'accertamento della verità, nulla di più."
Parla il legale dell'impresa Cardinale di Ariano Irpino Giuseppe Bellaroba: "Regolare l'assicurazione di responsabilità civile, un caso fortuito, una fatalità, sembra che si sia spezzata una catena che peraltro avrebbe dovuto reggere il peso. Era assolutamente idonea a reggere il peso in trazione, mentre il pezzo veniva scaricato dal camion. Per quanto mi è stato dato comprendere non vi sarebbe nessuna responsabilità da parte di terzi. Naturalmente ci sono le indagini in corso. Aspetteremo l'esito. Tutto il resto si risolve, sono problematiche di secondo ordine, la tragedia è la perdita della vita di una persona giovane. Un operaio che tra l'altro lavorava da tanti anni con la ditta Cardinale, un operaio esperto, sapeva bene dove mettere le mani, non si trattava di un dilettante. Questo fa pensare ancora di più, che si sia trattato di una tragica fatalità."
La salma del giovane operaio poco dopo le 18.00 è stata trasferita a Giugliano in Campania per i relativi accertamenti medico legali. Una decisione a quanto pare dettata dall'emergenza Covid in Campania. Scene strazianti e comprensibile amarezza nei pressi del bar tabacchi Manna, dove i familiari di Pietro, gente semplice e onesta, tra cui la povera moglie sono rimasti per ore in rispettoso silenzio e in maniera composta ad attendere in un'auto notizie che purtroppo non sono mai arrivate. Avrebbero voluto assistere almeno al passaggio del carro funebre con la salma di Pietro. Nulla di più. Ma neppure questo è stato consentito loro. Si sono ritrovati in un clima blindato. Alla fine è stato scelto un percorso diverso, da una strada secondaria, per evitare il contatto con i familiari. Che cosa di così grave avrebbero potuto fare se non piangere un figlio? "Che male abbiamo fatto - ha urlato la mamma del giovane - perchè ci hanno impedito di vederlo passare almeno da qui. Oltre ad averlo sbattuto a Napoli, così lontano da noi."
E poi la rabbia di Giuseppina: "L'ultima a sapere ogni notizia sono stata io, trattati da cani. Il mio dolore non interessa a nessuno. Perché proprio a me. E poi a Napoli, perché. Non è giusto. Su quanto accaduto ora chiediamo giustizia. Solo questo ci resta."