765 giorni trascorsi in carcere da Edokpor Unity, giovane 23enne nigeriano, da anni residente tra le province di Avellino e Benevento, prima che la Corte d'Assise di Perugia, presieduta dal Dott. Andrea Battistacci (a latere Francesco Loschi), proclamasse la sua innocenza per non aver commesso il fatto.
765 giorni di carcere duro, senza la visita di alcun familiare, senza poter ricevere alcun genere di aiuto dall'esterno, confidando soltanto nella solidarietà dei suoi compagni di cella e nell'aiuto del suo difensore, l’avvocato Rolando Iorio, che sin dal primo minuto ha creduto nell'innocenza del suo assistito.
Nella giornata di ieri, la Corte d'Assise di Perugia ha finalmente posto fine al calvario del giovane nigeriano, prosciogliendolo da ogni accusa, nonostante la severa richiesta di punizione formulata nei suoi confronti dal Procuratore della Dda, Giuseppe Petrazzini, che aveva richiesto per il giovane la condanna a 13 anni di carcere.
Il giovane nigeriano era infatti finito in una vasta attività di indagine condotta dalla Procura di Perugia che aveva smantellato una associazione a delinquere di stampo mafioso, radicalizzata in tutta Italia ma con base operativa a Perugia, finalizzata alla tratta delle giovani donne nigeriane, al loro reclutamento, alla loro riduzione in schiavitù volta allo sfruttamento della prostituzione.
Giovani donne, spesso minorenni, costrette a prostituirsi nelle strade italiane, soggiogate dalla violenza dei loro aguzzini che non esitavano a ricorrere a qualsiasi mezzo, non solo di violenza fisica ma anche attraverso riti vudù con i quali riuscivano a costringere le donne ad esercitare l'attività di meretricio ed a consegnare tutti i ricavi della stessa.
Decine le persone coinvolte, tra cui anche il giovane Edokpor considerato, nell'assunto accusatorio, come colui che si recava nei vari centri di accoglienza della Campania, soprattutto a Serino e a Telese Terme, per recuperare le giovani donne da destinare al mercato della prostituzione.
Donne selezionate e reclutate nei piccoli villaggi della Nigeria, fatte poi transitare nei ghetti della Libia e da lì, attraverso i famigerati barconi, fatte entrare nel Bel Paese, ignare, nella maggior parte dei casi, del destino che le attendeva.
Severe le condanne inflitte a tutti gli imputati dalla Corte d'Assise di Perugia, che ha comminato pene dai 7 ai 14 anni di carcere a seconda dei ruoli rivestiti all'interno dell'associazione.
Fondamentale nell'assoluzione del giovane Edkpor è stata la tesi difensiva portata avanti dall’avvocato Iorio il quale, richiedendo una perizia fonica, è riuscito a dimostrare che la voce intercettata su un telefono, erroneamente attribuita al suo assistito, in realtà apparteneva ad altra persona. Il giovane è stato quindi rimesso immediatamente in libertà ed è già rientrato nel copoluogo irpino.