Poteva essere una strage in quel fazzoletto di terra di contrada Tremolito, dove solitamente la gente è al lavoro nei campi ogni giorno. Ma oggi pomeriggio c'è chi grida al miracolo per questo, non vi era nessuno intorno al deposito di Michele D'Amato, fatta eccezione per Carmine Dell'Erario, un suo amico confinante, miracolosamente salvo.
Quest'ultimo era all'interno di un fabbricato, a poca distanza dal luogo della tragedia. E' ancora sotto shock e visibilmente provato. Insieme ad Orlando Matarazzo siamo riusciuti ad avvicinarlo e a raccogliere la sua testimonianza.
"Ho sentito un boato e in un primo momento non riuscivo a capire cosa realmente fosse accaduto. Una devastazione davanti ai miei occhi appena uscito di casa. Vetri in frantumi, un fuoristrada spazzato via nei terreni e la struttura di Michele D'Adamo, letteralmente smembrata e ridotta ad un cumulo di macerie. Ho pensato allo schianto di un aereo. Poi fumo, pietre, lamiere ed enormi massi sparsi ovunque. Solo a quel punto ho capito che si trattava di una esplosione. Ero solo sul posto, ho chiamato quanta più gente possibile, ma non avevo la forza di fare nulla, tremavo e non riuscivo a rendermi conto dell'accaduto, poi in pochi minuti sono arrivati in tanti, ambulanze, carabinieri, Vigili del Fuoco. E' bastato poco per capire che si era consumata purtroppo una tragedia. Abbiamo provato a cercare Michele, poco dopo il suo corpo è stato individuato in quell'inferno."
Dice Gabriella Bianco, che abita nelle vicinanze: "È stato un pomeriggio da incubo. A casa mia il vetro della porta del garage è andato in frantumi. Sono arrivati i pezzi di mattoni."
Erano le 15.30 circa quando è scattato l'allarme in tutto il paese. "Forte boato a Gesualdo, ma cosa è successo? La domanda è seria, astenersi da battute inutili", aveva scritto per primo, dopo cinque minuti, su facebook, allertando tutti, Carmine Cogliano. Un tam tam che in poco tempo ha reso chiaro il triste epilogo di un pomeriggio tristissimo e doloroso per la comunità di Gesualdo.