di AnFan
Un appalto sui lavori per istallare le luci del cimitero. Delle minacce rivolte al capo dei vigili “per farsi gli affari suoi”. Un'indagine con successivo processo: l'accusa di violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Ora – dopo sei anni – Luigi D'Aponte, difeso dall'avvocatessa Giovanna Perna, è stato assolto con formula piena. Per gli inquirenti l'imputato aveva minacciato il vigile, dopo che il dirigente dei caschi bianchi aveva realizzato ispezioni preventive alla ditta che si era aggiudicata l'appalto. Il capo dei vigili di Contrada avrebbe ammonito l'imprenditore: non fare subappalti. Un avvertimento che – per gli inquirenti – non era “andato giù” all'imputato, che aveva una ditta che operava nel settore delle illuminazioni. L'avvocatessa Perna ha, invece, dimostrato come proprio l'attività di D'Aponte non potesse ricevere l'appalto contestato. Inoltre al vigile non era stato impedito di portare a termine il suo lavoro. Condizione imprescindibile per la configurazione del reato ipotizzato nei confronti di D'Aponte. Così il giudice, Maria Rega, ha assolto l'imputato.