di Andrea Fantucchio
Inseguimenti in auto, pedinamenti a casa e sul luogo di lavoro, una serie di telefonate minatorie. E' questo quanto emerge dall'ordinanza di divieto d'avvicinamento a carico di un 28enne di Montella. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Avellino, Vincenzo Landolfi. Sul caso hanno indagato i carabinieri della stazione altirpina, guidati dal luogotenente Stefano Nazzaro. A denunciare l'indagato era stata l'ex coniuge.
«Lui ha cominciato a seguirmi a casa e a lavoro. Mi chiamava per minacciarmi a tutte le ore: «ti farò esplodere la macchina», mi diceva. Tutto è iniziato quando ci stavamo lasciando». Questa è la sintesi di quanto raccontato dalla donna ai carabinieri.
Gli investigatori avevano così cercato conferme dai genitori, dal datore di lavoro e da alcuni amici della persona offesa. E hanno ricostruito una serie di episodi che hanno spinto il magistrato a emettere il provvedimento restrittivo. Una amica ha raccontato che a maggio 2008 era con la vittima nei pressi di un bar, dove li aveva raggiunti l'indagato. L'uomo avrebbe iniziato a minacciare prima l'ex partner, schiaffeggiandola, e poi proprio l'amica che aveva provato a intromettersi. Otto giorni c'era stato dopo un pedinamento sotto casa: raccontato dalla vittima che, in altre occasioni, era stata seguita anche all'interno del negozio dove lavorava.
A un episodio simile fa riferimento l'ordinanza di applicazione del divieto di avvicinamento. Nel documento si legge che «l'uomo – a luglio del 2018 – si era presentato nel negozio (non indicheremo il tipo di attività per tutelare la privacy della persona offesa) in cui lei lavorava, la insultò e le tirò contro un borsello con delle chiavi». Il gip, alla luce degli episodi contestati, aggiunge che all'indagato debba essere «imposto anche il divieto di comunicare, attraverso qualsiasi mezzo, con la persona offesa».