di Andrea Fantucchio
Il sostituto procuratore di Avellino, Paola Galdo, ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la riqualificazione del reato, da tentato omicidio a lesioni gravi, per il 32enne Giuseppe De Martino, accusato di essere il principale autore dei due agguati armati avvenuti in Valle Caudina nelle scorse settimane. Due ragazzi, uno a Cervinara e un altro a San Martino Valle Caudina, erano stati feriti alle gambe da colpi di pistola.
Gli avvocati che assistono l'indagato, Valeria Verrusio e Angelo Adamo, erano riusciti a ottenere proprio la riqualificazione del reato oltre alla non convalida del fermo. Ma il pubblico ministero è convinto che a San Martino Valle Caudina De Martino abbia sparato per uccidere o, che comunque, la dinamica dell'accaduto sia compatibile con quella di un tentato omicidio. I carabinieri avevano recuperato, sul luogo dell'agguato, sette bossoli calibro 9 per 21. Uno di questi aveva colpito un cartello stradale a un'altezza in linea con il volto della vittima. Di qui la tesi del magistrato inquirente: l'aggressore ha sparato per uccidere.
Di avviso diverso la difesa che parte dalle immagini raccolte dal servizio di telecamere: nelle quali si vede un polverone sollevarsi intorno ai piedi del 29enne ferito, probabilmente prodotto da proiettili sparati verso il terreno. I legali di De Martino non escludono che il cartello sia stato colpito con un proiettile di rimbalzo. Un quadro più chiaro dell'agguato si avrà dopo la ricostruzione affidata ai consulenti di parte. La Procura ha delegato gli accertamenti all'ingegnere, Alessandro Lima. Le verifiche del professionista sono partite proprio dalle munizioni rinvenute dai carabinieri, guidati da Franco Rianna. E continueranno con un sopralluogo anche a Cervinara, teatro di un altro agguato nel quale è rimasto ferito un 22enne del posto.
I sindaci della Valle Caudina, spinti proprio dagli episodi di cronaca, hanno incontrato il Prefetto e chiesto dei presidi permanenti delle forze dell'ordine.