di Andrea Fantucchio
Il gip di Avellino, Fabrizio Ciccone, ha scritto la parola fine sul caso della morte del dentista Ugo Masucci, ritrovato cadavere nella sua villa di Contrada Archi, la mattina dell’11 dicembre dello scorso anno. Il magistrato ha rigettato l’opposizione all’archiviazione proposta dai familiari del dentista, rappresentati dagli avvocati Stefano Montone e Benedetto Vittorio De Maio. La Procura è infatti convinta che si sia trattato di suicidio.
Una compatibilità con la morte autoinflitta arrivava dall'autopsia che ha evidenziato sul corpo l'assenza di segni di aggressione, l'integrità degli abiti, la presenza di lesioni solo in prossimità della nuca. In casa era stata trovata, di fianco al corpo, una pistola che apparteneva a Masucci. Sull’ipotesi che a sparare sia stata una seconda persona, il consulente degli inquirenti aveva scritto: «tutti i vincoli geometrici correlati all'architettura della stanza (caminetto alle spalle, pilastro etc.) e altre suppellettili limitrofe alla salma (carrello, bottiglie) non farebbero deporre, con criterio di verosimiglianza, a un'ipotesi di questo tipo».
L’esame dei Ris sulla pistola e gli altri indumenti del dentista ha evidenziato come l’unico profilo genetico rinvenuto nella villa fosse proprio quello di Masucci: insomma non c’erano tracce di altre persone nell’appartamento. Anche per questo non è apparsa mai davvero plausibile l’ipotesi di una colluttazione con la vittima: non c’erano, per altro, segni sul corpo del dentista che facessero propendere per questa pista.
L'esame stub aveva accertato come a sparare fosse stata proprio l'arma che apparteneva a Masucci. I familiari, però, non hanno mai creduto al suicidio, anche perché il dentista non aveva mai dato segni che potessero far presagire un gesto estremo. Inoltre, così come evidenziato anche da una consulenza di parte, per la difesa la dinamica del suicidio poteva essere smentita sia dalla ricostruzione balistica che dalla posizione del corpo. Argomenti che però non hanno convinto il gip, che ha deciso di non disporre altre indagini e archiviare definitivamente il caso.