di Andrea Fantucchio
Più di quarant’anni di condanna. La chiesti il pm, Francesco Soviero, nel processo a carico del pentito Felice Graziano e di altre cinque persone accusate a vario titolo di estorsione e tentata estorsione con il metodo mafioso. Cinque gli episodi, a partire dal 2008, che sono finiti nel processo. Una serie di minacce e presunte intimidazioni a ditte che lavorano per lo più fra il Vallo di Lauro e l’hinterland. Decisive per l’accusa si sono rivelate proprio le parole di Graziano. Alla fine della sua requisitoria il pm ha chiesto cinque anni di reclusione e 5mila euro di multa proprio per il collaboratore di giustizia, oltre a una soluzione per un episodio estorsivo e la concessione delle attenuanti generiche e di quelle speciali per la collaborazione, sette anni di reclusione e 7mila euro di multa per Ferdinando Damato, Fiore e Salvatore Graziano, 9 anni e 9mila euro di multa per Giovanni Scibelli al quale è contestata la recidiva e 10 anni e 9mila euro di multa all’imprenditore Felice Graziano, cugino de boss pentito.
Il pubblico ministero, nella sua requisitoria, ha rimarcato lo spessore criminale del collaboratore Felice Graziano e la veridicità del suo racconto. Su questi e altri aspetti dissentono gli avvocati, a partire dallo storico legale della famiglia Cava, Raffaele Bizzarro. Pronto a dare battaglia già nella prossima udienza.