di Andrea Fantucchio
“Nostra sorella Giuseppina non sta bene, vieni a vedere”, lo avrebbe svegliato così, intorno alle 6.30, convincendolo a scendere di casa per seguirlo. Insieme i due fratelli sarebbero saliti nell'abitazione della sorella che viveva poco distante ma, quando lui è entrato in camera da letto, ha visto Giuseppina che giaceva senza vita fra le lenzuola e poi ha sentito una lama che gli feriva il collo. Sono questi alcuni dei dettagli che emergono dalle dichiarazioni rilasciate dal 68enne, Gennaro Bellizzi, agli investigatori. L’anziano questa mattina è stato operato con successo ai tendini della mano sinistra, dopo che ieri i medici gli avevano suturato una ferita alla carotide. Gliel’avrebbe procurata un fendente sferrato con un coltello dal fratello Luigi, 71 anni, accusato anche dell’omicidio di Giuseppina. Secondo gli investigatori l’indagato l’ha soffocata con un cuscino.
Il 68enne ha raccontato cosa è accaduto una volta arrivato in quella stanza. Il corpo della sorella era immobile sul letto. Dopo essere stato ferito al collo Gennaro si sarebbe voltato, trovandosi di fronte il fratello in preda a un raptus omicida. Ha raccontato di aver tentato di difendersi con le mani da altri fendenti prima di riuscire a disarmare il 71enne e fuggire via, chiudendolo all’interno dell’abitazione. Avrebbe usato un mazzo di chiavi che le era stato dato alla sorella.
I carabinieri, guidati dal colonnello Massimo Cagnazzo, erano arrivati in via Giulio Morra e avevano arrestato il 71enne. Ora l’indagato si trova nell’infermeria del carcere di Bellizzi dove lo stanno curando dalle ferite provocate dalla colluttazione col fratello. Ieri l’uomo, affiancato dal fratello Roberto Romano, ha deciso di non rispondere alle parole del sostituto procuratore, Vincenzo Russo. Domani potrebbe decidere di collaborare durante l’interrogatorio del gip, Fabrizio Ciccone. O scegliere ancora la strada del silenzio.