di Andrea Fantucchio
«Ho sparato ma non volevo ferirlo o ucciderlo. Siamo amici da sempre. Avevamo bevuto quella sera. Il colpo è partito per sbaglio mentre litigavamo». Angelo Vitale, 39enne di Pago Vallo di Lauro, accusato del tentato omicidio del 37enne ,Vincenzo Grasso, questa mattina ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee. Il prossimo venerdì sarà celebrato il rito l'abbreviato davanti al gup, Fabrizio Ciccone. Vitale sarà affiancato dagli avvocati Gaetano Aufiero e Raffaele Bizzarro che proveranno a smontare le accuse a carico del loro assistito.
Questa mattina, nella deposizione, Vitale ha deciso di collaborare con gli investigatori e rivelare il luogo dove si trova l'arma che ha fatto fuoco. E che poi, probabilmente, sarà oggetto di perizia. La ricostruzione balistica è affidata dalla Procura all'ingegnere, Alessandro Lima.
Era stata la moglie di Grasso a trovare il marito ferito gravemente in giardino. Una disperata corsa in ospedale gli aveva salvato la vita. L'uomo, dopo aver lottato fra la vita e la morte, aveva deciso di non collaborare con le indagini e non incolpare il suo aggressore. Fra Vitale e Grasso c'è infatti un'amicizia di lunga data.
Per incastrare il 39enne si erano rivelate fondamentali alcune intercettazioni raccolte dagli uomini del nucleo investigativo del comando provinciale di Avellino, diretto dal capitano Quintino Russo, e dalla compagnia di Baiano, guidata da Gianluca Candura. I carabinieri di Lauro lo tenevano d'occhio anche per un'altra indagine nella quale gli contestano i maltrattamenti in famiglia. Più volte sarebbero intervenuti in casa sua ma, anche in quelle occasioni, nessuno aveva mai voluto sporger4 denuncia.
Una delle ipotesi degli investigatori era che, alla base del ferimento, ci fosse stata proprio una intromissione di Grasso nelle questioni familiari di Vitale. Ora però, nella prossima udienza, potrebbero arrivare altri colpi di scena.