di Andrea Fantucchio
Il sindaco e i suoi assessori erano accusati di aver favorito la ditta di un parente del primo cittadino, autorizzando la costruzione di un parcheggio poi mai realizzato e un altro intervento edilizio. Accusa che era valsa un'indagine, per abuso d'ufficio, a carico dell'ex sindaco di Serino, Gaetano De Feo, del legale rappresentante della Montevergine Costruzioni, Giuseppe De Luca, e dei membri dell'allora consiglio comunale: Luigi De Filippis, Vito Pelosi (oggi sindaco di Serino), Donato Di Zenzo, Vincenzo Ianniello, Federico Rocco, Raffaele Ingino, Antonio Pellecchia, Nicola Lucano, Pellegrino Mariconda, Nicola e Federico De Luca. Oggi il gup, Fabrizio Ciccone, ha prosciolto gli ex amministratori e l'imprenditore da tutte le accuse. Non ci sarà bisogno di alcun processo.
L'indagine contestava l'approvazione di alcune delibere e la variazione del Piano di Recupero per autorizzare la realizzazione di un parcheggio nella frazione di Rivottoli e la delocalizzazione in favore della Montevergine srl. Ditta assegnataria di un altro lotto nella frazione di Fontanelle dove, per la Procura, risultava realizzato un secondo intervento edilizio. Per l'accusa era stato violato quanto stabilito nel Tuel con il sindaco che, con le delibere approvate, avrebbe favorito un suo parente.
Gli avvocati Olindo Paolo Preziosi, Ennio Napolillo, Marino Iannacchero, Giovanni Guarino ed Eleonora Cerasuolo hanno smontato in aula le accuse a carico degli imputati e convinto il gup a disporre il non luogo a procedere. Preziosi, che difendeva l'ex sindaco de Feo e gran parte degli amministratori, ha puntato la sua attenzione sul capo di imputazione evidenziando che «non aveva adesione rispetto alla contestazione poiché le varianti in oggetto erano rivolte a favorire l'interesse pubblico della comunità, che aveva più volte lamentato l'assenza di parcheggi, e non certo per agevolare dei privati». E ha aggiunto come «i consiglieri non hanno violato la procedura, nonostante il pm abbia chiesto il rinvio a giudizio anche dell'opposizione, mentre il reato contestato non era ipotizzabile nei loro confronti».
L'avvocato Napolillo, grazie a delle memorie difensive, ha chiarito come «fosse impossibile dimostrare che gli interventi contestati fossero stati avallati per favorire un parente invece che la comunità, che poi aveva comunque tratto beneficio dal provvedimento. Nessun processo avrebbe potuto sondare l'anima degli imputati e dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, che fossero mossi da fini utilitaristici. Posto che la querela era da una segnalazione delle opposizioni e quindi, comunque, “di parte”».
Per la posizione, relativa a Pellegrino Mariconda, l'avvocato Marino Iannacchero ha evidenziato come il suo assistito, nell'iter procedimentale di cui al capo di imputazione (fondato su 5 delibere di giunta comunale), avesse preso parte solo alla prima seduta, nella quale non essere stata assunta nessuna delibera "compromettente".
Soddisfatti gli ex amministratori che avevano sempre sostenuto la propria innocenza e di aver agito per il bene della comunità serinese.