Strage delle donne: torna libera la matriarca del clan

Ritenuta cessata la pericolosità sociale di Chiara Manzi, moglie di Salvatore Graziano: è libera.

La moglie del boss, Salvatore Graziano, madre di Antonio e Adriano membri di spicco della famiglia è ora libera.

Quindici.  

 

di Andrea Fantucchio 

Nessuno potrà cancellare l'eco di quella tragedia. Quando tutto il mondo conobbe la spietata violenza delle donne del clan protagonista di una faida che ha insanguinato quel ritaglio d'Irpinia all'ombra di Pizzo D'Alvano, il paesino di Quindici (Avellino). Adesso però, dopo sedici anni, il Tribunale di Sorveglianza ha ritenuta cessata la pericolosità sociale di Chiara Manzi (avvocato Massimo Preziosi), moglie del boss Luigi Salvatore Graziano, madre di Adriano e Antonio elementi di primo piano della “famiglia”. Nel 2014 era stata dichiarata eseguibile la libertà vigilata della Manzi, ma la misura non aveva avuto esecuzione. Quindi, a distanza di 4 anni, doveva essere rivalutato il presupposto della pericolosità sociale che deve essere attuale rispetto al momento in cui si applica la misura. La Manzi ha finito di scontare la sua pena nel 2013 e poi è stata sottoposta alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Misura che è stata rispettata a eccezione di un'unica violazione. Lunedì è stata celebrata l'udienza dove l'imputata, rappresentata dal legale Maria Marinelli, ha ottenuto la libertà. Decisiva per la decisione del giudice l'età avanzata della Manzi (78 anni), le sue condizioni di salute e il fatto che da cinque anni (violazione della obbligo di soggiorno) non è stata oggetto di altre condanne. 

Sono passati sedici anni da quel tragico 26 maggio del 2002 a Lauro. Quel pomeriggio viene speronata l'auto sulla quale viaggiavano le figlie del boss Biagio Cava, Clarissa di sedici anni e Felicia, la sorella del capoclan, Michelina, sua cognata, Maria Scibelli e Italia Galeota Lanza. Le cinque donne sono a bordo di un'Audi con le loro armi rudimentali (mazze ferrate, roncole e forbici), le rivali in attesa su un' Alfa blindata. Sono morte in tre Clarissa, Michelina e Maria Scibelli. Ferite le altre due. In modo gravissimo Felicia Cava, che riporterà danni permanenti.

A bordo dell’Alfa ci sono invece le donne dei Graziano: tra loro anche Claudia Manzi. Da una seconda vettura, secondo quanto ricostruito, sono scesi Salvatore Luigi e Antonio Graziano, l'inizio della strage. «Una quantità impressionante di colpi», dichiara il procuratore di Napoli, Agostino Cordova. Vengono rinvenuti 37 bossoli: una mattanza.

I responsabili di quell'eccidio vengono rintracciati subito. Intercettati mentre festeggiavano a telefono, “le abbiamo sterminate”, con annessi brindisi di bottiglie di spumante. La prova regina che porta all'arresto (ma con esiti processuali diversi) di Luigi Salvatore Graziano, proprio la moglie Chiara Manzi, dei figli Adriano e Antonio, e di un ex poliziotto, Antonio Mazzocchi. Da allora la faida fra Cava e Graziano si è lentamente diluita. Molti dei protagonisti sono finiti dietro le sbarre: anche i capoclan. Fuori è rimasta una scia di dolore e silenzio.