Ciolek ucciso da moglie e amante: Appello conferma le condanne

Pago. La Corte di Appello ha confermato le condanne a carico della moglie della vittima.

Condanne confermate per la moglie di Janusz Ciolek, 60enne assassinato a Pago del Vallo di Lauro a maggio del 2012. L'Appello conferma i 25 anni alla moglie, due anni ad Antonio Graziano mentre Galeazzo Amoroso, condannato a 22 anni, intanto è morto

Pago del Vallo di Lauro.  

 

di Andrea Fantucchio 

La Corte di Appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado per gli imputati nell'omicidio di Janusz Ciolek, 60enne polacco ucciso nel 2012 a Pago del Vallo di Lauro. L'uomo era stato assassinato con una serie di colpi al capo e al torace inferti con un oggetto contundente.

In primo grado i giudici della Corte di Assise di Avellino avevano condannato a venticinque anni la moglie della vittima, Lucyna Eugenia Kwjatkovska, a ventidue anni Galeazzo Amoroso, anziano presso la quale la donna lavorava come badante, e a due anni Antonio Graziano. Per Amoroso, che è deceduto, il reato è considerato estinto. 

La ricostruzione dell'omicidio

Secondo la ricostruzione dell'inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Fabio Massimo del Mauro, l'imputata e Amoroso erano amanti e avrebbero avuto un ruolo centrale nell'omicidio del 60enne, colpendolo con un oggetto contundente. I due avevano poi raccontato di come Ciolek fosse morto in seguito a una caduta accidentale dovuta allo stato di ubriachezza dell'uomo. Ma gli esami tossicologici, ai quali era stata sottoposta la vittima, avevano escluso questa ipotesi. Antonio Graziano era stato condannato in primo grado per il reato di induzione al falso in atto pubblico perché avrebbe fatto pressione sul medico, intervenuto dopo la morte di Ciolek, affinché redigesse un certificato di decesso per cause naturali. Decisive per la sentenza dei giudici di Avellino, oggi confermata in Appello, erano stati gli elementi raccolti dagli agenti del commissariato di Lauro.

Oggi il procuratore generale aveva chiesto una riduzione di tre anni della condanna inferta alla Kwjatkovska. Ma i giudici hanno scelto di confermare la sentenza di primo grado. Gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Annibale Schettino, Antonio Mercogliano e Antonietta Colantuoni. In primo grado la parte civile era stata assistita dall'avvocato Nello Pizza.