di Andrea Fantucchio
«Mia moglie è stata più saggia di me: ha detto che erano finanzieri e stavano firmando il verbale. Io volevo reagire ai rapinatori, ma lei mi ha tranquillizzato». L'ex premier di Nusco Ciriaco De Mita ha ripercorso quei momenti di terrore, quando i ladri sono entrati in casa per rapinarlo. Ieri si sono introdotti in quattro nella sua abitazione di Nusco, poco dopo le 3.30, mentre era con la moglie Annamaria Scarinzi.
«Uno di loro si è avvicinato incappucciato, scalzo, ha detto che voleva soldi e oro. Poi si sono presi gli oggetti nella cassaforte. Mi sono sentito violentato». Ha spiegato De Mita.
Un episodio che ha avuto una comprensibile eco mediatica, alimentata anche dal fatto che sia arrivato all'indomani dei sequestri eseguiti della finanza a carico di alcuni indagati nell'inchiesta sulla Onlus Aias, fra i quali spiccano proprio le figlie dell'ex premier.
Secondo una prima ricostruzione, affidata alle indagini dei carabinieri della compagnia Montella agli ordini del capitano Rocco De Paola, sarebbero stati in quattro a entrare in casa per eseguire la rapina. Ma non si esclude che ci fosse un palo ad aspettarli all'esterno e forse un basista che avrebbe coordinato le operazioni. Magari qualcuno che conosceva bene la zona e le abitudini dei proprietari.
Oltre alle dichiarazioni delle vittime i militari hanno raccolto altre testimonianze che potrebbero guidare le indagini verso profili sospetti visti in paese prima che avvenisse la rapina.
Si lavora infatti anche su quei volti noti per reati analoghi. Una prima ipotesi investigativa porta a una banda dell'est Europa, magari vicina a quei gruppi che già nei mesi scorsi hanno colpito in Irpinia. Prendono di mira alcune abitazioni di un comune, eseguono una serie di colpi e poi si spostano nel paese successivo. Spesso studiano prima la zona e utilizzano auto rubate così da rendere difficile risalire alla loro identità.