di Andrea Fantucchio
Dopo undici mesi di attesa, durante i quali non sono mancate polemiche e proteste, è stato riaperto il cavalcavia numero 22 del comune di Sperone. Si sono conclusi questo pomeriggio i lavori previsti nell'ordinanza di dissequestro con un restringimento della carreggiata e l'istallazione della segnalatica orizzontale e verticale prevista.
Il primo giugno dello scorso anno il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Avellino, Antonio Sicuranza, aveva firmato il decreto di sequestro preventivo del cavalcavia "22". Nella stessa indagine nel mirino della Procura avellinese era finito anche il cavalcavia numero "20". Il tecnico incaricato dagli inquirenti di Palazzo De Marsico aveva evidenziato un presunto rischio di collasso delle infrastrutture a causa della loro usura. Provvidemento che era valso un'indagine, eseguita dagli agenti della Polstrada di Avellino, su due dirigenti della società Autostrade per l'Italia inquisiti per omissione in atti di ufficio e mancata messa in sicurezza delle due sopraelevate.
L'apertuta del cavalcavia è stata accolta con soddisfazione dal sindaco di Sperone, Marco Santo Alaia, e dagli imprenditori della zona che avevano subito forti ripercussioni a causa del blocco della viabilità. Ai quali si aggiungevano i disagi vissuti dai cittadini che proprio attraverso quel cavalcavia raggiungevano a piedi le proprie abitazioni.
Una protesta che era stata segnata anche da episodi che avevano avuto considerevole eco mediatica: come un'aggressione denunciata dallo stesso Alaia. Il primo cittadino aveva raccontato di essere stato minacciato e poi colpito da un manifestante di uno dei comitati che spingevano per la riapertura del cavalcavia.. Alaia, rappresentato dall'avvocato Michela Pelosi, si è speso per il ripristino del funzionamento dell'infrastruttura.