di Andrea Fantucchio
Erano accusati di gestire un vasto giro di droga fra Altavilla e l'hinterland: principalmente hashish, marijuana, ma in parte anche cocaina. Oggi sono arrivate tre condanne e un rinvio a giudizio per i quattro imputati di Altavilla Irpina finiti al centro dell'inchiesta Stright. Il giudice per le udienze preliminari, Vincenzo Landolfi, ha condannato a tre anni il 48enne Guglielmo Manto e il 35enne Giuseppe Lonardo difesi dagli avvocati Rita Tirri e Alberico Villani, a fronte della richiesta di sei anni del pubblico ministero; e ha disposto un anno e quattro mesi con pena sospesa per il 22enne Francesco Mangione rappresentato dal penalista Michele De Vita. I tre avevano scelto di essere giudicati col rito abbreviato. Rinvio a giudizio invece per il 34enne Marco Lonardo assistito dall'avvocato Gaetano Aufiero.
La vicenda giudiziaria scaturisce da un'indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Mirabella Eclano, agli ordini del comandante Domenico Signa. L'inchiesta era nata da un maxisequestro di circa duecento piante di canapa indiana nel 2016. Il procuratore Cecilia Annecchini aveva così ipotizzato una fiorente attività di spaccio. Erano seguiti mesi di intercettazioni, appostamenti, interrogatori di quelli che erano ritenuti i consumatori. Proprio le dichiarazioni degli acquirenti avevano indirizzato gli investigatori sulla «pista giusta». L'indagine è stata ribattezzata “Straight”, rettilineo in inglese, come la strada principale di Altavilla Irpina che l'accusa ipotizzava essere l'asse portante intorno alla quale si sviluppava la compravendita della droga. Un'attività di spaccio che - secondo la Procura - riforniva decine e decine di consumatori. Gli inquirenti avevano chiesto il giudizio immediato. Poi alcuni difensori, anche alla luce dei numerosi elementi di prova a disposizione dell'accusa, avevano deciso di ricorrere ai riti alternativi. Oggi è arrivata la sentenza del giudice.