di Andrea Fantucchio
Una sentenza che potrebbe rappresentare un significativo colpo di scena, soprattutto con un processo così importante alle porte. La Cassazione ha accolto il ricorso del 30enne di Fisciano Pasquale Rainone, facendo cadere l'aggravante mafiosa per l'imputato rinviato a giudizio nell'inchiesta sull'omicidio di Michele Tornatore, 53enne che due anni fa è stato trovato carbonizzato in una Nissan Almeira parcheggiata in una discarica a Contrada. A Rainone viene contestato il concorso nella distruzione di cadavere, ora senza più l'aggravante dell'articolo 7.
L'avvocato che ha curato il ricorso, Marino Capone, ha evidenziato la non configurabilità del metodo mafioso. Per gli investigatori Rainone aveva voluto favorire il clan dei Genovese, per la difesa era invece impensabile o comunque non dimostrabile il favoreggiamento di una cosca la cui esistenza è collocata troppo indietro nel tempo. L'ultima sentenza sui Genovese risale infatti al 2003. Una ricostruzione che sembrerebbe aver convinto gli Ermellini (anche se le motivazioni si avranno fra novanta giorni), nonostante il parere contrario del procuratore generale che condivideva invece la tesi dell'antimafia: la Dda ha inserito il clan di Avellino nella sua ultima relazione sulle infiltrazioni camorristiche nel territorio campano.
Il nove maggio Rainone comparirà in corte d'Assise con l'altro imputato, il 54enne di Montoro Francesco Vietri, accusato di concorso in omicidio e distruzione di cadavere con l'aggravante del metodo mafioso. Per i carabinieri del nucleo investigativo di Avellino, agli ordini del capitano Quintino Russo, Tornatore è stato freddato da tre colpi di arma da fuoco nel capannone del 54enne. Prima di essere trasportato nella discarica dove la vettura è stata bruciata. Intanto in un'inchiesta parallela sono state indagate altre due persone accusate di concorso in omicidio, dopo ulteriori rilievi eseguiti nel capannone di Vietri. I militari hanno inviato al laboratorio dei Ris alcuni oggetti che presentavano tracce di Dna che verrà confrontato con quello degli indagati. Un giallo sul quale, nonostante due anni di indagine, si addensano ancora numerose ombre.