di Andrea Fantucchio
Che ne sarà di quelle due volpi liberate, ora che il Riesame ne ha imposto la restituzione ai proprietari? Probabilmente se lo chiedono i cinque uomini, titolari del terreno a Solofra, nel quale i carabinieri a fine marzo avevano eseguito il sequestro di cinquantanove animali. Per loro le accuse di maltrattamento di animali, furto finalizzato alla detenzione di animali selvatici, detenzione illecita di specie selvatiche e pericolose, realizzazione di opere abusive legate ad alcuni manufatti poi sequestrati e gestione illecita di rifiuti per le deiezioni degli animali che sarebbero confluite direttamente nella strada pubblica.
Oggi i giudici del Riesame (presidente Sonia Matarazzo, a latere Pierpaolo Calabrese e Gennaro Lezzi) hanno accolto il ricorso, curato dagli avvocati Ennio Napolillo e Raffaele Moretti, che avevano chiesto il dissequestro dei manufatti e la restituzione dei quattro cinghiali e delle due volpi. La difesa ha evidenziato come, per un decreto del '96, le due specie di animali non rientrerebbero nel divieto di detenzione perché non sono ritenute pericolose per la salute e l'incolumità pubblica. Ma la restituzione, come avrete intuito, potrebbe non essere così semplice. Gli animali sono infatti intanto stati liberati.
Nel corso della stesse operazione era state sequestrate quattro pelli di cinghiale, due di tasso e una di faina, derivate per l'accusa dalla scuoiatura degli animali in questione, oltre a ghiandaie, colombi, cornacchie, verzellini, gazze, quaglie e fagiani. Inoltre gli investigatori avevano evidenziato come le strutture nelle quali erano state rinvenute gli animali fossero state realizzate abusivamente in un'area di inedificabilità assoluta e quindi in assenza delle prescritte autorizzazioni edilizie e sismiche. Una ricostruzione smontata dalla difesa in sede di Riesame che ha disposto il dissequestro.