di Andrea Fantucchio
E' stato annulato dai giudici del Riesame il sequestro preventivo di una conceria in via Umberto I, a Solofra. All'edificio erano stati apposti i sigilli lo scorso 12 marzo. Oltre al corpo fabbrica erano stati sequestrati dai carabinieri della stazione locale anche una tettoia per asciugamento pelli, una soprelevazione del muro di contenimento del cimitero e una baracca in lamiera.
Alcune motivazioni del sequestro
Il Tribunale ha accolto il ricorso – tra 30 giorni se ne conosceranno le motivazioni – presentato dall'avvocato Olindo Paolo Preziosi, che assiste il legale rappresentate della società. Il sequestro era stato adottato sul presupposto, tra gli altri, dell'assenza di un permesso a costruire e di un'autorizzazione sismica rispetto ad alcune delle opere poi sequestrate.
La tesi della difesa
Una tesi, contestata dalla difesa, secondo la quale nell’ordinanza del gip, Vincenzo Landolfi, era stato omesso l’approfondimento sulla documentazione amministrativa attinente all’oggetto del sequestro. Il difensore ha inoltre evidenziato come per il manufatto sequestrato non fosse necessaria l’autorizzazione sismica come previsto dall’accusa, che aveva omesso di considerare la baracca una struttura mobile in lamiera e non in cemento armato e priva di quelle fondazioni che le avrebbero attribuito il carattere della stabilità. La classificazione di quest'opera “in temporanea” fa di fatto cessare non solo la necessità del rilascio del permesso a costruire, ma la relativa abusività attribuita alla stessa. Attenzione puntata anche sull'assenza di materiale fotografico rispetto alla sopraelevazione di una parete poi oggetto del sequestro. Diverse incongruenze che sono state evidenziate in sede di Riesame e che hanno spinto il tribunale a disporre il dissequestro.