di Andrea Fantucchio
Ci risiamo, ancora furti nei cimiteri irpini. Si tratta del quinto episodio in poco più di tre mesi. Questa volta a essere presto di mira è stato il cimitero di Lauro. Fioriere divelte, lapidi danneggiate, furto di oggetti in rame. Il “colpo” ha lasciato il segno, in particolar modo nel morale dei cittadini. Profondamente amareggiati da quanto accaduto. Le indagini anche in questo caso sono affidate ai carabinieri della compagnia di Baiano, agli ordini del comandante Gianluca Candura.
Colpi a ripetizione negli ultimi tre mesi
Prima è a toccato al cimitero “Querce” di Montoro. Il 9 gennaio i ladri hanno scavalcato il muro di cinta, portando via un centinaio di portafiori in rame e decine di bidoni di plastica. Due giorni dopo l’attenzione dei criminali si è spostata a Mugnano del Cardinale. Anche in quell’occasione i malviventi hanno fatto razzia di portafiori e portalampade in rame ed ottone. Per compiere il furto hanno danneggiato oltre 30 lapidi. Fra il 4 e il 18 febbraio, poi, altri due colpi sono stati registrati ancora a Montoro: nella frazione di Atermana e in quella di Caliano. Anche qui sono stati portati via oltre duecento portafiori in rame.
Le indagini
I carabinieri stanno vagliando i sistemi di telecamere della zona. Non si esclude che colpi così ravvicinati possano essere stati eseguiti dagli stessi ladri. Gli investigatori sono a lavoro su profili della zona già noti per colpi simili.
Perché proprio l'«oro rosso»?
La fortuna del rame è che si vende meglio dell’oro. Viene preso da qualsiasi centro di rottamazione senza che vengano chiesti documenti e provenienza. E può arrivare a costare anche quattro o cinque euro al chilo. Buon prezzo e rischi minimi: sono queste le due ragioni che spingono i “cacciatori di oro rosso” a non lasciare in pace neanche in morti.