Lotta tra la vita e la morte Nicola Annunziata, il 57enne vittima dell’agguato di ieri sera, in via degli Innocenzi, a Mugnano del Cardinale. E’ intubato, in un letto del reparto intensivo di Rianimazione dell’Ospedale di Vallo della Lucania, specializzato in neurochirurgia. Vi è arrivato in condizioni gravissime: i medici stanno facendo l’impossibile per fermare l’emorragia cerebrale in corso, causata dalla pallottola che i sicari gli hanno ficcato in piena fronte. L’altro colpo d’arma da fuoco ha attinto Annunziata all’anca.
La dinamica dell’agguato lascia pensare ad un regolamento di conti. Quei due centauri, con il volto coperto dai caschi integrali, li hanno notati in tanti lungo via Nazionale delle Puglie. Finanche una pattuglia dei carabinieri aveva notato la potente moto, con a bordo i due automobilisti, viaggiare lungo la provinciale che collega tutti i comuni del Mandamento. Nessuno però avrebbe mai immaginato che fossero alla ricerca della vittima. I killer ne conoscevano le abitudini. Annunziata era un uomo schivo, uno dei tanti napoletani che non viveva il paese. Usciva dalla palazzina a tre piani in cui viveva insieme al figlio, giusto per gettare l’immondizia o per fare qualche passo serale, non allontanandosi da via degli Innocenzi, la strada in cui viveva. A raccontarcelo sono i suoi vicini, coloro i quali ieri sera, attratti dalle urla della moglie, si sono riversati in strada pensando ad un malore, forse ad un infarto, che avesse colpito l’uomo. Lo hanno aspettato, gli si sono avvicinati non appena ha messo il piede fuori dall’uscio della sua abitazione, e sul marciapiede lo hanno colpito. A morte.
La testimonianza
Il signor Fortunato racconta quegli attimi di terrore vissuti, intorno alle 20 di ieri sera, in via degli Innocenzi. «Ero in caso, con la mia famiglia, a guardare la televisione. Poi, tutto d’un tratto, abbiamo sentito le grida, non gli spari. Ho saputo pensato che qualcuno in strada stesse litigando e mi sono affacciato. E’ a quel punto che ho notato, presso l’ingresso dell’abitazione a fianco, l’uomo riverso a terra, abbracciato dalla moglie che lo chiamava a gran voce, tentando di rianimarlo. Ho pensato ad un malore, mi sono avvicinato e ho detto alla signora di non preoccuparsi poiché mi ero affrettato a chiamare il 118. E’ in quel momento che, avvicinandomi ancor di più all’uomo, mi sono accorto che giaceva in una pozza di sangue». L’ambulanza è arrivata pochi minuti dopo, si è parcheggiata poco distante dall’uomo poiché nel frattempo i Carabinieri della Caserma di Baiano, giusti subito sul posto, avevano già rintracciato sull’asfalto i bossoli dei proiettili. Poi, l’immediata corsa verso il vicino ospedale Santa Maria della Pietà di Nola.
Le indagini
Come si diceva, la dinamica dell’agguato lascia pensare ad un regolamento di conti. Ecco perché le indagini delle forze dell’ordine, che non escludono per ora nessuna ipotesi, neanche quella dell’attentato a sfondo camorristico, in questa prima fase si concentrano sul passato dell’uomo. Annunziata risiede a Mugnano del Cardinale dal settembre del 2013. Vi si era trasferito da Sabaudia, nel basso Lazzio. E’ originario del napoletano, di Ottaviano, ed aveva precedenti penali per piccoli reati. Un suo stretto congiunta da poco aveva finito di scontare, sempre a Mugnano del Cardinale, la misura cautelare degli arresti domiciliari. La provenienza induce gli inquirenti ad immaginare che i killer siano venuti da fuori ma non si escludono le piste di un agguato collegato ai recenti fatti criminosi avvenuti nel Mandamento (Omicidi Miele, Basile e Di Grezia). Quello che appare chiaro è che ad agire siano stati dei professionisti, gente abituata a far fuoco a sangue freddo. In queste ore, i Carabinieri di Avellino stanno ascoltando i familiari della vittima. Saranno proprio le sommarie informazioni raccolte tra i parenti di Annunziata ad indirizzare le indagini.
Rocco Fatibene