«Maffettone e il sindaco mi minacciarono, volevano il terreno»

Il racconto di Rega. Dalla sua denuncia è nata l'inchiesta della Dda di Napoli.

La ricostruzione di Rega: «Maffettone mi ha avvicinato più volte per chiedermi perché avessi avuto problemi con "'o mastone" riferendosi al sindaco Corcione».

Pago del Vallo di Lauro.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Il sindaco Corcione mi ha avvicinato più volte per chiedermi di vendere il mio terreno a Pago Vallo Lauro. E mi ha fatto capire che non mi avrebbe concesso alcuna licenza edilizia. Poi, quando ho declinato la sua offerta, mi ha intimato di stare attento o, ha aggiunto, avrei fatto la fine dell'ingegnere Amato, aggredito tempo prima». Orlando Rega ha raccontato in aula uno degli incontri che avrebbe avuto con l'ex primo cittadino di Pago del Vallo di Lauro, Giuseppe Corcione. Faccia a faccia nei quali la vittima sarebbe stata minacciata: questo è quanto ha denunciato all'autorità giudiziaria nel 2012. Sono seguiti oltre quattro anni di indagini, condotte dall'Direzione Antimafia di Napoli, centinaia di pagine di trascrizione di intercettazioni ambientali e di utenze telefoniche raccolte nell'ufficio tecnico del Comune di Pago e in quello del sindaco

L'inchiesta della Dda, che si è avvalsa della collaborazione della squadra Mobile di Avellino, mirava a scoperichiare una presunta capacità di condizionamento dell'amministrazione locale da parte della criminalità organizzata.

Rega oggi ha confermato quanto denunciato all'ispettore della Squadra Mobile di Napoli, Roberto Baccichet, poi vittima di un attentanto intimidatorio nel 2016.

«In un secondo incontro il sindaco ha ribadito che non mi avrebbe concesso il permesso a costruire. Mi ha riproposto i 100mila euro. Ha aggiunto di avere amici a Casamarciano, comune nel quale avevo richiesto un altro permesso a costruire», ha raccontato il teste.

Nei giorni successivi ci sarebbero state delle minacce alla madre dell'uomo.

«Ignoti l'hanno citofonata nella notte dicendole di spingermi a vendere. Altrimenti mi avrebbero ammazzato. Anche alla luce di quanto accaduto a lei ho deciso di denunciare tutto». Ha dichiarato Rega di fronte al collegio giudicante presieduto dal magistrato Sonia Matarazzo, a latere i giudici Pierpalo Calabrese e Gennaro Lezzi.

Secondo gli inquirenti, che hanno indagato in seguito alla denuncia di Rega, il sindaco Corcione era interessato ai terreni del denunciante che si trovavano di fronte ad altri fondi di proprietà dello zio del primo cittadino. E avrebbe, questo quanto sostiene l'accusa, minacciato Rega per fargli vendere la proprietà a un prezzo decisamente più basso del valore reale.

Il teste oggi ha parlato per la prima volta in aula degli incontri con Giulio Maffettone, esponente del clan Cava freddato nel 2016 da due colpi alla testa in un agguato di camorra. Probabilmente alla base dell'attentato la storica faida del clan Cava con quello dei Graziano.

«Nel primo incontro Maffettone mi ha chiesto perché ci fossero stati così tanti problemi con “o mastone” (soprannome con il quale in paese si riferivano a Corcione). Ha aggiunto che se non avessi ceduto il terreno avrei creato fastidi anche a lui. Nel secondo incontro, dopo il mio rifiuto per un permesso a costruire che riguardava un solo appartamento, mi ha detto che lì non avrei edificato nulla. Potevo solo coltivarlo a patate. E ha aggiunto che si trattava di una grande scortesia», ha raccontato Rega. 

Proprio sugli incontri con Maffettone si è focalizzato il controesame di Raffaele Bizzarro. Il penalista ha più volte incalzato il teste per collocare temporalmente gli incontri. 

«Dopo la sua uscita dal carcere», ha ribadito Rega.

Sul banco dei testi è poi stato ascoltato uno degli agenti della squadra mobile che aveva condotto il blitz nell'abitazione di Luigi Vitale. Nei confronti del quale è stata ipotizzato il reato di abuso edilizio.

«Nell'abitazione abbiamo trovato un vano sotterraneo al quale si accedeva con un sollevatore. Vano occultato». Ha raccontato il teste.

Si torna in aula il 2 marzo 2018 quando saranno ascoltati altri testi della lista del pubblico ministero della Procura di Napoli, Francesco Soviero. E sarà lasciato spazio al controesame della difesa affidato, fra gli altri, ai penalisti Raffaele Bizzarro, Claudio Frongillo, Gaetano Aufiero, Annibale Schettino, Attilio Panagrosso e Alfonso Furgiuele. Il Comune, parte civile nel processo, sarà rappresentato da Angelo Polcaro