di Andrea Fantucchio
«A Federico è stato teso un agguato. L'aggressore che poi gli ha sparato era in compagnia di altre persone. Lo hanno circondato e hanno preso a calci anche la sua auto. Il primo proiettile, diretto alla testa, non è partito. Mentre il secondo colpo lo ha ferito all'altezza della spalla. Ho presentato un istanza in Procura e formalizzato una richiesta alla direzione dell'ospedale per intenfisicare il servizio di sicurezza. Federico e i suoi amici potrebbero essere in pericolo». Nobile Viviano, penalista che rappresenta la famiglia di Federico Petrone, ragazzo ferito tre notti fa a Contrada, lancia un appello. Teme per l'incolumità del suo assistito e dei ragazzi che erano con lui al momento dei fatti.
Contesta la decisione delle autorità inquirenti di non emettere alcuna misura cautelativa nei confronti dell'aggressore e di quelli che, stando a questa versione, sarebbero i suoi complici. Nei confronti del sospettato è stato ipotizzato il solo reato di lesioni.
«Qui siamo di fronte a un tentativo di omicidio aggravato dalla premeditazione. Federico è stato attirato a Contrada da alcuni messaggi. L'aggressore l'ha prima contattato via messanger. Poi con degli sms. Dopo una discussione, come raccontato dai miei assistiti, un ragazzo ha bloccato Federico mentre l'aggressore ha provato a sparargli alla testa. Il proiettile si è inceppato. Lo ha colpito al secondo tentativo. Dopo avergli sparato, ha inviato un altro messaggio. Continuava a insultarlo», spiega Nobile.
La direzione dell'ospedale, affidata al dottore Angelo Maria Percopo, intanto ha intensificato i controlli di vigilanza privata. Intanto ieri la famiglia di Federico ha potuto gioire. Dopo la degenza al reparto di chirurgia d'urgenza il ragazzo è stato operato. L'intervento è perfettamente riuscito. Il giovane ha anche voluto vedere il proiettile che lo aveva colpito. Ieri il padre, Nicola Petrone, aveva raccontato la concitazione delle ultime ore.
Intanto l'indagato, rappresentato dai penalisti Ettore Freda ed Edoardo Fiore, ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Per ora la difesa preferisce affidarsi a quanto emerso in fase d'indagine: testimonianze e prove raccolte dagli inquirenti che hanno spinto il pm a non emettere nessuna misura cautelare. E a protendere per la sola accusa di lesioni e non omicidio preintenzionale come sostenuto dal legale del ragazzo ferito. Al momento, nonostante le dichiarazioni della vittima e degli amici, non ci sarebbero altre persone iscritte nel registro degli indagati.